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Weekend sul Cammino Balteo alla scoperta dei vigneti eroici

Con la ripresa del lavoro è difficile trovare il tempo per rilassarsi, e allora perché non concedersi un weekend lungo per passeggiare e degustare del buon vino?

Nella guida del Cammino Balteo, gli autori Roberta Ferraris e Franco Faggiani propongono un percorso adatto al fine settimana alla scoperta dei vigneti “eroici”.

Si cammina tra Pont-Saint-Martin e Donnas, tra vigneti di nebbiolo, poi in treno si va ad Aosta e in bus a La Salle. Si prosegue a piedi alla scoperta del Blanc de Morgex et de La Salle fino a Morgex.
A seguire un altro viaggio in bus verso Aymavilles, per camminare fino ad Aosta in vista dei vigneti delle Crêtes, basse colline interamente coltivate a vite, e sui castelli di Sarre e Saint-Pierre.

Le passeggiate sono brevi e facilissime, quasi prive di dislivello e, ad aspettarvi: serate di degustazione in cantina.

Pont-Saint-Martin

Pont-Saint-Martin ha un ricco patrimonio storico da mostrare: il Ponte Romano, la cinquecentesca Chiesa di Fontaney, “il luogo delle fontane”, castelli e caseforti, come il neogotico Castello Baraing, il Castel Vecchio o Castel Vej, su un promontorio morenico, e la Casaforte L’Castel, più volte rimaneggiata nei suoi cinque secoli di storia e oggi sede museale.

Donnas: capitale del vino

Il tratto di strada lastricata romana, largo 5 m e lungo 221, attraversato da un grande arco in pietra del I secolo a.C., è testimonianza evidente dell’antica Via delle Gallie, che entrava nel centro abitato.

Donnas ha un bel borgo medievale, con edifici dalle finestre risalenti al Cinquecento, gli affreschi, i portali scolpiti e il Palazzo della nobile famiglia Enrielli (risalente alla metà del Seicento), famoso per la sua elevata torre cilindrica.

A Donnas, una delle “capitali” vinicole della Valle d’Aosta, si trova il Museo della vite e del vino. Le vigne, ripidissime e compatte, circondano Donnas quasi da ogni lato (tranne quello sud, delimitato dalla Dora) e si inerpicano sulla montagna partendo proprio dal centro abitato.

La viticoltura qui è chiamata “eroica” perché eroici sono i viticoltori che coltivano l’uva su impervi e minuscoli terrazzamenti tra le rocce e il bosco ripido – si può ammirare attraversando Donnas e guardando il lato a monte della strada e del paese.

Le vigne, qui particolarmente ripide, sono percorse a mezzacosta da una stradina panoramica che sfiora le “topie”, ovvero le pergole che sostengono gli intricati tralci d’uva, e i “barmet”, piccole cantine ricavate sotto i grandi massi caduti in tempi remoti dai fianchi della montagna.

La Salle

La Salle si distende tra vigne di uva autoctona “prié blanc”, frutteti e i ghiacciai del Monte Bianco, ed è circondata da frazioni con testimonianze antiche, come le caseforti Bover e Aragon o la Maison Gerbollier, sede del municipio.
Nella frazione di Écours si trova l’omonimo castello, del XII secolo, mentre poco sopra il borgo principale si evidenzia, grazie a un’elevata torre cilindrica, il Castello di Châtelard.
Prima di lasciare La Salle si consiglia una breve ma saporita sosta alla Cave du Vin Blanc de Morgex et la Salle.

Morgex

Molte le attrattive a Morgex: l’antica Tour de l’Archet, turrita residenza nobiliare che oggi ospita il Centro Studi Storico-Letterari Natalino Sapegno, dedicato a uno dei più noti accademici italiani nato ad Aosta nel 1901; la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, una delle più antiche dell’intera Valle d’Aosta, con affreschi risalenti al Quattrocento, che ospita in alcune sale il Museo di Arte Sacra; e la fontana del beato Vuillerme, o Guglielmo, frequentata nella speranza che si ripeta il miracolo fatto dal prelato stesso intorno all’VIII secolo, ovvero la trasformazione dell’acqua in vino.

A Morgex, si trovano i vigneti più alti e più… bassi d’Europa!
Più alti perché i filari si distendono su terrazzamenti a loro volta arrampicati sul fianco della montagna fino a 1.200 m d’altezza. Più bassi perché molte pergole che sostengono i tralci d’uva – in prevalenza prié
blanc
, vitigno che dà vita al pregiato vino Blanc de Morgex et de La Salle – distano circa un metro e mezzo o anche meno dal terreno, tanto che i vigneron, durante la vendemmia, devono praticamente sdraiarsi a pancia in su sotto le pergole per staccare i grappoli.

Aymavilles

In cammino verso Aymavilles, si possono ammirare le quattro alte torri circolari del Castello, la cui struttura difensiva subì molte modifiche e quella più sostanziale venne fatta nel 1730 da Giuseppe Felice di Challant, che inserì ampi loggiati sulle facciate e abbellì gli interni, dando all’edificio un aspetto meno militare e più simile a quello di un’imponente dimora barocca.

Il borgo annovera anche due chiese del Settecento, dedicate a SaintMartin e a Saint-Léger. Quest’ultima, affiancata da un campanile romanico con una campana del Trecento e dotata di una piccola cripta, mostra una facciata riccamente affrescata con la tecnica del trompe-l’oeil.

Fino ad Aosta

Si segue un facile percorso lungo il ru d’Arberioz, al margine del bosco e con vista sui vari castelli: Saint-Pierre, Sarre e Sarriod de La Tour. Si sale sulla sorprendente Côte de Gargantua, una riserva naturale di origine morenica dalla vegetazione mediterranea, e poi camminiamo tra frutteti e vigneti, sparse fattorie e frazioni rurali. Da Charvensod non resta che attraversare la Dora Baltea, per l’ingresso al centro di Aosta.

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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