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Letizia Iannaccone racconta il suo silent book “Guarda bene”

letizia iannaccone

Un libro senza parole e senza freni all’immaginazione. Perché le coccinelle sono dipinte con scientifica verosimiglianza… ma le strane creature nascoste tra i fili d’erba sembrano proprio venire dalle terre sconfinate della fantasia. Abbiamo chiesto a Letizia Iannaccone di presentarci il suo nuovo silent book Guarda bene, un inno alle infinite possibilità che si aprono ad uno sguardo curioso.

Letizia, raccontaci come è nata l’idea per Guarda bene: cosa ti ha ispirato, quanto tempo ci hai lavorato, quale tecnica hai usato per le illustrazioni

Sono figlia unica e ricordo che, quando ero bambina, in casa ci si affannava per riempire i miei spazi vuoti. Nonostante il tempo pieno a scuola e una miriade di attività diverse, trascorrevo molto tempo da sola. Ma forse proprio perché contrapposto ad una quotidianità dal ritmo incessante, il mio tempo apparentemente vuoto mi piaceva. Ne avevo bisogno. Guarda bene nasce da questa riflessione, dal bisogno di silenzio e noia che porta il bambino a creare cose nuove. Dalla pagina bianca che ogni tanto tutti noi ci dovremmo concedere.

Per realizzare questo libro ho impiegato diversi mesi e, se possiamo sfogliarlo com’è ora, devo ringraziare Giulia Genovesi (editor di Terre, ndr). Quando le ho mandato il progetto, lei mi ha chiesto di mettere da parte le parole e trasformarlo in un silent book! Leggendo la sua proposta sono avvampata, letteralmente. Raccontare una storia per sole immagini è la sfida più difficile per un illustratore e, per forza di cose, sottintende una certa fiducia. Ero spaventata e onorata allo stesso tempo. Poi è partita la lenta (lentissima!) lavorazione: all’incirca nove mesi, a partire da quello scambio di mail alla mia consegna. Per realizzare le illustrazioni ho lavorato in tecnica tradizionale, con le matite colorate e la mia carta da lucido – che ti fa perdere qualche diottria, ma rende il tratto soffice e le forme delicate. Conservo con affetto una bella collezione di colori consumati quasi fino alla fine.  

Il libro è dedicato “a Otto, a chi sa annoiarsi e a tutti gli inventori di storie”. Parlaci di loro!

Otto è uno degli aiutanti magici di questa storia, il vero nome del cagnolino che mi ha fatto da guida e da “modello” e che accompagna il nostro protagonista nella sua avventura. 
Il resto della dedica è un po’ più complicato da spiegare. Siamo abituati a vivere la noia come un momento esclusivamente negativo o a mal interpretarla, considerando tale l’inattività “pratica”. Questo succede, credo, perché fatichiamo a concederci una pausa. Ci vuole una certa maestria per saperne godere, per fermarsi a non fare niente e soprattutto, al giorno d’oggi, per non lasciarsi trascinare dall’intrattenimento passivo. Magari invece in quel tempo apparentemente sprecato, che sembra affliggerci, si possono trovare le parole giuste per una nuova storia. E ora che ci penso, forse si tratta più di un invito che di una dedica vera e propria. Ma se avrò convinto anche solo uno di voi a rallentare, ne sarò davvero contenta.

A chi consiglieresti la lettura di questo albo?

I silent book non hanno un lettore ideale, hanno tutti i lettori possibili. Questa è la particolarità che li rende speciali, non possiedono limiti linguistici. Chiunque e a qualunque età può leggervi la storia che preferisce e dare la propria interpretazione. So che questo non mette in difficoltà i bambini, anzi li spinge a comunicare, anche quando sono timidi o stanno imparando una lingua nuova. Li porta a raccontare la propria storia ad alta voce e in questo senso la lettura diventa prima di tutto condivisione. Penso che sia una fruizione altamente raccomandata anche per gli adulti. Non c’è da avere timore nel proporre un libro silenzioso: quand’anche non trovassimo le parole, saranno i bambini a trovarle per noi.

C’è un posto dove ami lavorare? Com’è la tua scrivania? 

Come tanti colleghi lavoro in casa e, al momento ho la fortuna di avere una stanza tutta per me. Mi piace essere circondata dai miei materiali, dalle matite, i pennelli e gli inchiostri, ma soprattutto amo avere a portata di mano gli albi illustrati che leggo e rileggo e tutti gli altri libri che per categoria o per contenuto sento vicini al lavoro che svolgo. La mia scrivania tende a trasformarsi in base al momento. Quando scrivo è spoglia e ordinatissima – almeno quanto è sporca e affollata nei giorni in cui disegno. Quasi sempre ospita una tazza di tè.

Tra poco ci sarà la Bologna Children’s Book Fair, dopo l’assenza di questi anni di pandemia. E nel tempo difficile della guerra in Ucraina. Invita i tuoi lettori, condividi con loro già qui un desiderio, un auspicio, anche una iniziativa concreta della quale sei a conoscenza, se lo desideri.

Personalmente è da diverso tempo che non vivo con spensieratezza l’uscita di un mio lavoro e quindi non posso che essere felice di tornare in presenza a Bologna ed invitare chi ne ha la possibilità a passare a trovarci. La situazione in Ucraina mi atterrisce, nonostante non sia certo l’unica guerra in atto al momento, è quella che sentiamo più vicina. Come ogni atto di violenza è qualcosa di umanamente inaccettabile ed emotivamente inconcepibile. Torna dirompente la stessa sensazione di vuoto sotto i piedi vissuta durante questi ultimi anni di pandemia, un qualcosa che va ben oltre noi, i nostri bisogni come singoli e le nostre decisioni. Ad esclusione di piccoli atti di consapevolezza, non abbiamo il controllo di questi eventi, ma appunto, anche gesti piccolissimi possono diventare importanti. Un esempio è l’iniziativa della libreria Sullaluna (Venezia) di cui potete leggere qui, che propone una raccolta di libri selezionati, tutti albi senza parole per l’appunto, da destinare ai bambini in Ucraina. 

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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