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Abby Hanlon racconta “Dory Fantasmagorica. Ti voglio tutta per me”

abby hanlon

La pazienza di tante Lettrici e Lettori è ricompensata, esce finalmente il sesto episodio della serie: Dory Fantasmagorica. Ti voglio tutta per me! Abbiamo contattato Abby Hanlon a New York per farci raccontare da lei tutte le curiosità di questa avventura. Enjoy.

Felici di sentirti nuovamente, Abby! Dove eravamo rimasti?

Felice anch’io, di ritornare alle stampe! Dopo il quinto episodio ho deciso di prendermi una pausa da Dory, perché il mio editore è andato in pensione e ho pensato di approfittarne per dedicarmi una nuova sfida, quella di lavorare solo con il disegno. Così, ho illustrato il libro Chester Van Chime Who Forgot How to Rhyme (Little, Brown Young Readers US, 2022), scritto da Avery Monsen. Poi ho passato molto tempo con i miei gemelli tredicenni, con i quali ho praticato l’homeschooling durante la pandemia. Ma ho continuato a ricevere così tante lettere da bambini che chiedevano altri libri di Dory, che ho deciso di tornare a lavorare su questa serie! Poi, purtroppo, i tempi si sono nuovamente allungati perché tutto richiede più tempo, nell’editoria, dopo la pandemia (per la scarsità di materie prime, la logistica, eccetera). Mi spiace per questa lunga assenza, ma ora sono davvero entusiasta e grata per il lancio dell’edizione italiana in contemporanea con quella americana.

Parlaci dunque di questo attesissimo sesto episodio della serie Dory Fantasmagorica: quando hai iniziato a lavorarci, di cosa parla, da dove hai tratto ispirazione per questa storia

Il libro nasce da due diverse piste che ho seguìto. Un’idea era che volevo che Dory sperimentasse la sensazione di perdersi: mi sembrava qualcosa di molto naturale per Dory, dato che spesso è “persa nel suo mondo”. Sono sempre alla ricerca di quegli eventi universali dell’infanzia di cui scrivere e ho pensato che quasi tutti i bambini abbiano provato prima o poi la sensazione di perdere i propri genitori, fosse anche solo per pochi secondi. Nella scrittura e nei disegni ho fatto in modo di assicurarmi che questa sensazione di smarrimento fosse spaventosa per Dory, ma non per il lettore; che il lettore sappia sempre dov’è la mamma di Dory (è proprio dietro l’angolo, quindi il lettore può vederla, mentre Dory no).


L’altra pista che volevo esplorare è l’impatto che un evento come quello avrebbe avuto su Dory, innescando un meccanismo di ansia da separazione. Penso che molti ragazzi, a una certa età, attraversino una fase in cui improvvisamente si rendono conto della loro dipendenza dai genitori e si sentono vulnerabili come quando erano piccoli. Come sappiamo, l’immaginazione di Dory a volte lavora contro di lei. Quindi le sue paure dopo essersi persa sono davvero esagerate: è preoccupata che sua madre la abbandoni di proposito perché “gli adulti possono fare quello che vogliono”. In breve, le avventure di questo episodio ruotano attorno al peggior incubo per Dory e tanti bambini come lei: la separazione dalla mamma che rientra a lavoro. In effetti, ho anche pensato al desiderio della mamma di Dory di lasciare i suoi compiti temporanei di casalinga. Un’altra ispirazione per questo libro è stata una puzzola morta. Ho iniziato a scrivere il libro durante la pandemia e facevo jogging ogni giorno in un piccolo villaggio nello stato di New York. E durante il mio percorso, sdraiata su un ponticello, c’era una puzzola morta. Ho superato quella puzzola ogni giorno per settimane. E, anche se non avevo nuove idee per Dory da circa un anno, per qualche motivo, nella mia confusa mentalità pandemica, pensavo che Dory dovesse incontrare, in una prossima avventura, una puzzola morta.


In una precedente intervista ci avevi parlato dell’età anagrafica di Dory dicendo che in qualche modo lei, costantemente, rivendica il suo status di bambina. E sembra che nemmeno i Lettori siano così desiderosi di vederla diventare grande…. Dicci del passaggio tra infanzia e preadolescenza e di come è trattato in alcuni snodi salienti di questo episodio

A me interessa molto scrivere per questo target, un’età delicata perché emotivamente instabile. Dory è un personaggio senza vie di mezzo e penso che ai bambini faccia davvero molto ridere il suo estremismo, come quando si ritrova a piangere per l’estinzione dei dinosauri, per esempio. La prima s elementare è un momento di grande trasformazione. I bambini imparano a sviluppare l’autocontrollo attraverso tentativi ed errori e, per me, il divertimento sta proprio in questo processo. Penso che l’età diei 6-7 anni sia quella in cui i bambini iniziano approfondiscono le loro amicizie e imparano a conoscere i sentimenti degli altri. Mi piace davvero scrivere di questi primi tentativi di creare connessioni e relazioni. In questo episodio vediamo per la prima volta Dory litigare con Rosabella. È così divertente scrivere di un bambino di sei anni, perché sembra essere quella l’età in cui il gioco immaginario è al suo apice. E adoro scrivere di bambini che giocano. A questa età, i giochi immaginari possono essere totalizzanti e man mano diventano più stratificati e complessi. E a volte esplorano grandi domande. In questo libro, per esempio, il signor Bocconcino trasforma Dory in un fantasma dopo che lei gli chiede: “Cosa si prova ad essere morti?”, I suoi giochi esplorano anche, per la prima volta, l’amore romantico; la signora Arraffagracchi ha una cotta per il padre di Dory! Per tutta la serie, Dory tenta di liberarsi della sua identità di bambina ed essere presa sul serio dai suoi fratelli. Nel sesto libro, si sforza di esercitare un’aria di maturità; finge di essere un’adolescente di nome Rainbow. Rainbow non ha paura nemmeno della signora Arraffagracchi! Ma quando Dory si perde, abbandona l’identità Rainbow: dice a sua madre “Rainbow è morta” e si aggrappa a lei. Il Lettore si accorge che più è grande il cambiamento di Dory, più aumentano le insicurezze. Penso che questo andamento ondivago, “un passo avanti, due passi indietro”, rispecchi lo sviluppo naturale dei bambini in questa fase.

Dory è un personaggio molto amato dai lettori qui in Italia e viene spesso proposto anche a scuola per appassionare i bimbi quando iniziano a leggere da soli. Che esperienza hai tu direttamente, su questo, o quali feedback hai ricevuto al riguardo?

Quello che sento dire, per lo più, dai genitori, è che Dory è stato il primo libro che i loro figli sono riusciti a leggere da soli. E questo mi rende molto felice, perché era esattamente la mia intenzione quando ho scritto il primo episodio. Volevo realizzare un libro a capitoli che un bambino potesse leggere in autonomia da cima a fondo e sentirsi molto orgoglioso del risultato ottenuto. Quando scrivo mi metto nei panni di quei bambini che potrebbero sentirsi scoraggiati da pagine piene di testo.
I libri di Dory sono facilmente riconoscibili, divertenti e facili da leggere, con illustrazioni su ogni pagina, capitoli brevi, la narrazione in prima persona e più azione che descrizione. Penso anche che i bambini si sentano motivati ​​dalla curiosità nel leggere di una loro coetanea che affronta la vita reale, situazioni quotidiane, a loro familiari.

Ti è piaciuta questa intervista? Scopri anche gli altri episodi di Dory Fantasmagorica raccontati dall’Autrice:
Abby Hanlon racconta Dory Fantasmagorica. All’arrembaggio
Abby Hanlon racconta Dory Fantasmagorica. Con la testa fra le nuvole

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Referente Terre di mezzo Scuola, "legge" il catalogo dell'editore con i suoi grandi occhiali per trasformarlo in uno strumento accessibile e utile a chi vive e opera nella comunità educativa. La cosa che ama di più è conoscere le persone per condividere idee e lavorare insieme, quindi lascia sempre l'indirizzo [email protected] ed è felice di trovare tanti messaggi nella casella di posta.

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