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Irene Penazzi racconta il suo albo “Su e giù per le montagne”

irene penazzi


L’ultima volta che abbiamo raggiunto Irene Penazzi con una intervista era il settembre 2019, in occasione dell’uscita di Nel mio giardino il mondo: si parlava tanto di incontri con i lettori, della partecipazione alla Bologna Children’s Book Fair… Nel frattempo, tutto è cambiato a causa della pandemia. Ed è appena uscito un nuovo albo, Su e giù per le montagne! Abbiamo ricontattato Irene, per riprendere la conversazione e fare il punto.

Irene, come è cambiato il tuo lavoro di illustratrice, in questo anno di pandemia? C’è qualcosa che hai imparato?

Sono contenta di aver trascorso il 2019 in movimento, su e giù per l’Italia e in Francia, tra incontri, laboratori e fiere in cui mi sono divertita molto (e mi piace anche molto viaggiare). Ma sono stata altrettanto contenta poi di tornare alla base, fermarmi e stare alla scrivania per lavorare su vecchi e nuovi progetti. A fare cioè quella parte di lavoro che non si vede, perché viene svolta per lo più in solitaria, ma è necessaria e fondamentale. Trovarmi nella mia camera con la matita e i colori in mano, le idee per la testa e tanti libri intorno. E -aggiungo- anche stare al computer. Perché, per compensare tutto ciò che non è stato possibile fare in presenza, ho cercato di adattarmi a girare dei video, raccontando di me e dei miei libri, realizzando piccoli laboratori e letture animate. Ho cercato di mettermi in gioco davanti alla telecamera e al computer – cosa non sempre facile per una persona timida come me. Ed è proprio vero che non si smette mai di imparare! Per fortuna però nella sostanza il mio lavoro non è cambiato e mi sono tenuta ben attiva, tanto che sono usciti in questo tempo quattro libri dei quali sono molto soddisfatta.

Presentaci l’ultimo arrivato, Su e giù per le montagne: come è nato il progetto? Ti sei ispirata a qualche posto in particolare, come per Nel mio giardino il mondo?

Su e giù per le montagne è una passeggiata all’aria aperta lunga 1 anno!
Un percorso tra sentieri e vallate guadando fiumi e costeggiando laghi, camminando lentamente per osservare il cielo e la natura, fermandosi a mangiare lamponi, a costruire capanne, e poi rincorrere le capre, giocare a fare gli stambecchi, seguire la linea dell’orizzonte verso nuovi colori, osservare le varietà di fiori, riconoscere le impronte, raccogliere funghi e castagne, accendere il fuoco, fare a gara sulla neve.
L’importante… è non dimenticare la mappa!


Come per Nel mio giardino il mondo, anche questo progetto si trovava già da tempo dentro me, aspettando il momento buono per venire alla luce. E’ il seguito naturale di quel racconto e narra un altro aspetto della mia infanzia, quello delle vacanze estive trascorse in montagna con la mia famiglia, in particolare le gite con i miei zii, cugini e amici tra l’Appennino bolognese, l’Appennino tosco-romagnolo e le Alpi del Trentino. Più recentemente, la zona del Corno alle Scale, nell’Appennino tosco-emiliano, dove vive attualmente mio fratello, e la valle di Terragnolo, dove si trova Il Masetto che, grazie all’invito di Giulia Mirandola, ho visitato nel 2019 in occasione di una mostra e un laboratorio nel bosco, dedicati all’albo Nel mio giardino il mondo.
Mi sono basata sulle foto ricordo, i libri sui quali ho svolto ricerche e mi sono documentata e i libri fotografici di montagna di mio padre, ma nella mia testa erano già molto chiare alcune immagini: ricordi, paesaggi, particolari provenienti dalle esperienze che ho vissuto e che mi sono rimasti molto bene impressi nella memoria.

Ovviamente le fotografie che ritraggono me e i miei fratelli da piccoli sono un grande aiuto ma a volte mi stupisco della capacità di fermare con un disegno, sulla carta, immagini tanto simili alla realtà che conosco, in una maniera chiara e comprensibile anche per altri.

Su e giù per le montagne è dedicato, tra gli altri, “A chi cammina lentamente e si ferma a osservare”. Che valore ha, per te, la montagna?

Effettivamente, si potrebbe trattare in un certo senso di un libro corale. La scorsa estate, durante la riapertura dopo il primo lockdown, Instagram si è riempito di foto di vacanze, moltissime delle quali scattate proprio in montagna. Senza muovermi da casa, ho viaggiato anche io grazie a molte di quelle foto che sono state fonte ricchissima di spunti.

Raffiguravano paesaggi simili a quelli dove si svolgevano le scene che stavo disegnando e rivivendo; così, mi sono ritrovata a “rubare” alcune foto per accompagnare il mio lavoro e riflettere sulla mia visione di montagna su più livelli diversi: da un punto di vista più profondo, le foto più datate, i ricordi e la memoria, e più immediatamente, con i libri e le foto di quel preciso istante. Un po’ come gli strati delle storie che si sovrappongono sulle pagine: quelle dei tre protagonisti, del loro cane, delle lepri, dei caprioli, della volpe. Tra gli scatti che mi sono stati più utili, quelli che ritraevano laghi, mucche al pascolo, cinghiali, caprioli, funghi. In questo momento

la montagna rappresenta per me uno stile di vita più lento, più attento, più sobrio e sostenibile, nel rispetto della natura e delle persone


Una passeggiata in montagna è scoperta, colori, profumi, scorrere dell’acqua, attesa dopo quella curva. Il silenzio.

Nel mio giardino il mondo (2019) e Ancora papà (2020): due titoli che ormai si sono fatti strada. Vorresti raccontarci un particolare riscontro che hai ricevuto e che ti ha colpito, da parte dei Lettori?

Sono davvero felice per le grandi soddisfazioni che questi libri mi hanno dato. E sono grata per il fatto di aver potuto conoscere persone meravigliose e luoghi stupendi, grazie a loro. Per quanto riguarda Nel mio giardino il mondo, uno dei momenti che ricordo con grande piacere è stato riuscire a dare vita al libro organizzando una grande caccia al tesoro in un giardino meraviglioso e con tantissimi bambini. L’idea è nata dalla proposta di Elena, la libraia di Isola libri di Milano: esplorare gli spazi segreti del giardino del quartiere Isola, e idealmente gli spazi disegnati nelle pagine, cercando indizi e superando prove.
Insieme a 40 bambini tra i 5 e i 10 anni, divisi in 4 squadre, ci siamo avventurati nel giardino Isola Pepe Verde alla ricerca di un misterioso tesoro, costruendo per prima cosa la base, vicino a un albero, e delimitandone i confini con foglie secche, rami o mattoni.
Poi abbiamo cercato in lungo e in largo gli oggetti sparpagliati tra le pagine del libro (piatti, bicchieri, corde, annaffiatoi, vasi e sottovasi) e preparato un minestrone nutriente con le erbe officinali dell’orto. Quindi abbiamo superato (o quasi) le prove di galleggiamento, costruendo con tappi di sughero, spago, stuzzicadenti e carta velina barchette che – quantomeno – stessero a galla. La prova successiva, “piantine in lattina”, consisteva nel trapiantare delle talee in contenitori riciclati mettendoci dentro cocci e terriccio. Infine, per non lasciare nessuno a becco asciutto, abbiamo realizzato delle mangiatoie per gli uccellini, riciclando bottiglie di plastica e matite.
Con l’ultimo indovinello e la “mappa perduta” siamo partiti tutti quanti alla ricerca del tesoro custodito dalla gatta Pepina nel prato in fondo al giardino: dobloni di legno di betulla provenienti niente di meno che… dal mio giardino!
Per Ancora, papà!, invece, mi ha colpito più in generale l’effetto che ha suscitato nelle persone a me vicine e care, ma non solo: un grande senso di commozione. Io sono una che si commuove sempre, con un libro o un film che mi piacciono veramente, perché mi “smuovono” qualcosa dentro. Pensare che anche i miei Lettori si possano riconoscere in questo albo, con i loro ricordi, sogni, speranze e attese, è qualcosa che mi emoziona molto. E penso che questo possa riguardare non solo gli adulti, ma anche i bambini che sono sempre curiosi sul futuro e amano giocare a immaginare quello che sarà, oltre ad adorare le storie del passato.

Anticipazioni, desideri, sogni e progetti per questo 2021

Mi piacerebbe che il calendario che ho realizzato per questo 2021, dal titolo “Un anno tra gli alberi”, potesse diventare, un giorno, un libro. Poi, vorrei dare più importanza a quella parte di me che ama i libri di divulgazione: un grande sogno sarebbe proprio quello di poter affiancare ai miei albi sul giardino e sulla montagna (e poi -piccola anticipazione- perché no? Sul mare) una sorta di guida, uno strumento di approfondimento per riconoscere la fauna e la flora che di volta in volta ho disegnato, e dare così un valore anche alla ricerca che sta dietro ogni tavola. Ciò che viene quasi in automatico nei miei disegni, infatti, è cercare di essere fedele il più possibile alla realtà e appassionarmi, di conseguenza, al lavoro di documentazione. Anche se questo richiede molto tempo.
Infine, desidero riuscire a leggere tanti bei libri!
Ah, dimenticavo: vorrei anche andare un po’ in vacanza. Magari proprio in montagna!

Foto in testata: ©Valentina Levrini



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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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