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La traduttrice racconta “Violetta Urlavento”

violetta urlavento

Un nuovo personaggio di cui innamorarsi ha fatto -impetuosamente!-capolino nella collana L’Acchiappastorie di Terre di mezzo: Violetta Urlavento, un fantasy molto particolare, tradotto dalla nostra Eleonora Armaroli, che qui ci racconta come lo ha scoperto e come è nato il libro. Buona lettura.


DA VIOLETTE HURLEVENT A VIOLETTA URLAVENTO

Non è così semplice capire esattamente perché una storia ci piaccia tanto; è come se trovassimo qualcosa di noi, sparsa da qualche parte tra le immagini che quel racconto crea nella nostra mente. Forse mi è successo proprio questo quando ho letto Violette Hurlevent (di Paul Martin, J-B Bourgois) che è poi diventato Violetta Urlavento. Stavo viaggiando chissà dove tra i siti dei vari editori e, semplicemente, quel titolo mi è capitato davanti. Non si giudica un libro dalla copertina, ma quella volta è stato immediato: “qui c’è qualcosa che devo scoprire”, ho pensato. E poi,

un capitolo dopo l’altro, ho cominciato a immergermi in questo giardino selvaggio e non è stato più possibile tornare indietro

La storia di Violetta è stata al centro di tanti, appassionati racconti in redazione ed è accaduto che anche per i miei colleghi non è stato possibile tornare indietro. Avevamo deciso: le avventure di quel mondo di lupi, cani, giardiniani, erba alta e rocce parlanti doveva essere scoperto anche dai lettori e dalle lettrici italiane.

Sarà stato il mio entusiasmo sconsiderato, saranno state le mie suppliche, fatto sta che mi è stato reso possibile provare a tradurre il testo. E per me, forse ingenuamente, è stato quasi come per la protagonista del libro, che affronta le sue paure e diventa a tutti gli effetti la Protettrice di quel giardino magico. Un po’ allo stesso modo, io cercavo di essere all’altezza di quella storia, di quella lingua e di quella fantasia che mi aveva lasciato dentro qualcosa di grande. 

Non è stata una passeggiata per Violetta, non lo è stato nemmeno per me

Ho dovuto rileggere il romanzo più volte per essere sicura di aver scovato ogni gioco di parole, ogni riferimento ad autori e tanto altro, ogni allitterazione non casuale; poi andavano controllate sempre le illustrazioni, perché non ci fossero mai contraddizioni. Per non parlare dei mille linguaggi nascosti e non: provate a guardare la scrittura degli uccelli disegnata in alcune pagine del libro. Siete ancora certi che si tratti di segni “casuali”, o forse riuscite davvero a leggere qualcosa? Pensate, è stato l’illustratore stesso a rifare tutto l’alfabeto per la versione italiana.

Insomma, è un testo davvero ricco di dettagli e le illustrazioni non sono da meno. Ha richiesto diversi mesi di lavoro, ma se non avessi avuto una scadenza, forse, ci sarei rimasta impigliata molto più a lungo, vista la premura che avevo che nulla andasse perso. Come dicono traduttrici e traduttori ben più esperti, si perde sempre qualcosa dell’originale, ma la speranza è che si possa portare dentro qualcos’altro, che prima non c’era. 

Dopo tutto questo riflettere, cercare, ribaltare, modificare, e riflettere un altro po’, è stato incredibile vedere come un universo diviso tra mondo “reale” e mondo “fantastico”, nato e pensato in una lingua, trovasse nuova vita in un’altra. Certo, alcuni nomi dovevano cambiare. Tuttavia, la forza dei personaggi e dei paesaggi evocati, seppur sotto “forme” diverse, mi è sembrata la stessa. Non so se fossi condizionata dalle rocce parlanti e dagli alberi nomadi: mi è parsa pura magia.

Sarà che la mia mente è un posto strano, ma nel leggere e rileggere le avventure di Violetta ho cominciato a sentire le voci di tutti i personaggi, specialmente di Pavel (quel buffo cane che pensa solo al cibo!). Ho visto l’erba crescere, gli uccelli danzare, la pioggia cadere al contrario, i lupi combattere… e ho sentito anche io la furia della Tempesta.

Eleonora legge uno dei suoi brani preferiti, dal capitolo primo di Violetta Urlavento

Ciò che è più sorprendente, ho scoperto ancora una volta, proprio assieme a Violetta, che queste “tempeste” non si possono superare per magia, né tantomeno evitare. Si possono però coltivare gli strumenti per affrontarle. E questa storia è sicuramente un modo. 



Eleonora Armaroli, Terre di mezzo Editore

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  • Terre di mezzo

    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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