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Martine Laffon, autrice, racconta “Cookie, credi ai tuoi sogni”

martine laffon

Fresco di stampa nella nostra collana L’Acchiappastorie: Cookie, di Martine Laffon (illustrazioni di Louise Mézel, trad. Eleonora Armaroli). La storia di un cane. No, di un cane-orso. No: di un cane che voleva volare! Insomma, Cookie è uno che prova a mettere le ali ai suoi sogni. E ad usare la sua creatività per cambiare il mondo. L’autrice in questa intervista si presenta e ci racconta questo libro per primi lettori, che può essere letto come un racconto, usato come inventario di filosofia per bambini, con le sue tante domande aperte, o fungere da pista per mille attività creative.

Martine, parlaci un po’ di te

Trovo sempre un po’ difficile parlare di se stessi – che azzardo, un balzo verso l’ignoto! Diciamo che di formazione sono una filosofa e al momento mi sto dedicando in particolare allo studio del pensiero medievale. Sono autrice di numerosi libri per adulti (coautrice mia figlia, Caroline Laffon) sulle mitologie, i riti e le tradizioni delle diverse culture i cui temi sono i modi di curarsi, vivere, sposarsi, accudire i figli, fare giardinaggio ma anche disegnare  mappe, perché entrambe amiamo molto viaggiare. Per 12 anni sono stata direttrice di collana presso Editions Seuil, dopo aver editato il bestseller di Jostein Gaarder Il mondo di Sofia. Quello che amo sopra ogni cosa è la fantasia!

Ripensa alla tua infanzia: cosa ti piaceva leggere? Materie preferite a scuola? Quando hai deciso di studiare filosofia? E la filosofia per bambini secondo te cos’è?

Vediamo….. cosa mi è piaciuto leggere…. Strano!  Non me lo ricordo. Di sicuro Il piccolo principe; Il leone, di Joseph Kessel; le opere di Agatha Christie. A scuola mi piacevano letteratura e poesia. Ho scoperto la filosofia al liceo. Amavo in particolare autori come Bergson e il suo concetto di libertà, e Bachelard, per il quale la rêverie poetica rende possibile un’esistenza fuori dal mondo, al di là degli schemi. Ma mi sono avvicinata anche alle filosofie stoiche, che si fanno domande sul  significato dell’esistenza stessa.
La filosofia per i bambini non è solo, secondo me, sviluppare la loro curiosità naturale e la loro facilità nel porre o porsi delle domande: è anche mostrar loro che pensare resta un esercizio impegnativo, talvolta difficile, che richiede la pazienza di avanzare passo dopo passo, verificare se ciò che si dice, o ciò di cui si parla, ha una base razionale. Ma, appunto: possiamo fare questo con i bambini in modo giocoso e divertente, in situazioni ludiche, che sono ottimi punti di partenza.

Beh, non so come questa storia mi sia arrivata in punta di penna – o meglio, di tastiera del computer. A volte mi piace scrivere per me stessa, inizio cose che poi non so in anticipo dove stanno andando. Ed è stato così, ho iniziato e poi è arrivato, Cookie. All’inizio c’era solo una storia di Cookie, che ho immaginato come possibile albo illustrato; è il primo capitolo del libro. Poi, Francine Bouchet di La Joie de Lire, mi ha suggerito di scrivere più a lungo, lasciandomi carta bianca, ed è sempre molto piacevole questa fiducia da parte di un’editrice. Scrivo piuttosto velocemente e, nel caso di Cookie, mi sono sentita particolarmente felice di sentirmi libera di esprimere quello che mi passava per la mente, anche sul filo dell’assurdo.

Chi è Cracker? Deve essere qualcuno di importante per te, visto che è nella dedica del libro

Cracker, un Border Collie, è stato il cane della mia vita. Sempre con me quando scrivevo e dovunque andavo, un grande compagno di viaggio che ha vegliato su di me per 12 anni. Sentivo di dovergli questa dedica. Nei disegni del libro lo ritrovo moltissimo per com’era. 

Come hai lavorato con Louise Mézel, l’illustratrice? Qual è la tua illustrazione preferita del libro e perché?

Ho conosciuto Louise nel 2021 alla fiera del libro di Montreuil, ma ho visto i suoi disegni per Cookie solo alla fine del lavoro! Ammiro il suo talento. Ho trovato i suoi disegni molto riusciti, danno a Cookie espressioni legate alla sua personalità e alla sua originalità, con piccoli dettagli molto fantasiosi. A dire il vero mi piacciono tutti, se devo scegliere dico quello in cui Cookie indossa il casco a foglia di banana e quello in cui è in bicicletta con le rotelle pazzerelle. Ma anche il disegno finale è divertente. Insomma davvero sono contenta – congratulazioni, Louise!

In Cookie, la leggerezza e il piacere del racconto viaggia in perfetto equilibrio con l’apprendimento. Come pensi che Cookie possa essere utilizzato in classe, o in generale per attività con i bambini?

Io non parto mai con delle intenzioni specifiche nelle mie storie. Ad esempio nel capitolo dell’anatra ciuffata ho scoperto che non poteva volare solo dopo. E così nel pezzo che racconta del cane-orso, in realtà ho cercato la specie di orso e poi tutti i collegamenti sono arrivati da sé, non so neanche io ben dirvi come.
Penso che sarebbe meraviglioso che Cookie venisse letto in classe, per mostrare che il potere dell’immaginazione è grande, che le parole non sono gusci vuoti. Tutti possono spiegarli, distribuirli e divertirsi con le espressioni linguistiche di tutti i giorni che danno un altro significato se usate in modo diverso. Soprattutto all’inizio, bisogna lasciarsi andare, perché sia un processo creativo!

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  • Terre di mezzo

    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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