Dopo Mamma e Innamorati, una nuova, attesissima uscita della coppia autoriale Hélène Delforge e Quentin Grèban: Papà, eccolo raccontato in questa intervista. Buona lettura!
Hélène, Quentin, bentrovati! Raccontateci perchè “Papà” e come avete lavorato a questo nuovo albo
HÉLÈNE L’idea è venuta a Quentin, che voleva realizzare dei ritratti, in linea con quanto aveva fatto per Mamma e Innamorati. Ci è voluto però un po’ più di tempo che per i precedenti albi… è accaduto infatti che, nel 2018, poco prima dell’uscita di Mamma, ho perso mio padre. L’argomento era troppo doloroso per scriverne. Poi, Quentin mi ha offerto alcune illustrazioni. Ho iniziato a scrivere proprio un testo su mio padre, senza dubbio il più triste dell’albo… Mi ha fatto bene e mi ha permesso di iniziare daccapo, da una pagina bianca. Il resto è venuto da sè, ed è stata alla fine una vera gioia scrivere questo libro. Sono molto orgogliosa del risultato. Ho messo lì un sacco di cose che non avrei mai saputo dire a mio padre di persona. Ma mi sarebbe piaciuto che lo leggesse.
QUENTIN La produzione di Papà è andata davvero a scia rispetto ai due titoli precedenti e, come le altre volte, mi son lasciato davvero guidare dai miei desideri artistici. Le illustrazioni sono venute prima del testo e ho quindi avuto la grande libertà di situare le mie scene negli ambienti estetici che mi ispiravano. Un papà “severo”, ad esempio, ho potuto decidere di raffigurarlo all’inizio del secolo tanto quanto ai nostri giorni, in Africa come in Asia… Questa è una libertà rara per un illustratore. Ho avuto carta bianca.
Le dediche su questo libro sono toccanti. Vi va di condividere qualcosa della vostra esperienza? Tu come figlia, Hélène, e tu come papà, Quentin
HÉLÈNE Ho avuto un papà molto timido, emotivo, sensibile, pieno di delicatezza e nostalgia, un uomo “ordinario” ma straordinario, un uomo fragile che è stato molto ferito dalla vita… Mio papà era capace di piangere di nascosto alla laurea ma non di dirti apertamente ” Ti voglio bene”. Era sempre lì quando avevo bisogno di lui, ma non si è mai imposto. Ho molti rimpianti per le cose che non abbiamo fatto insieme, per le cose che non gli ho detto. Mi ha lasciato…. il suo naso, il suo amore per i libri, il suo umorismo, il suo amore per il cibo, il timore di esser di disturbo, e tanti dubbi. Era una persona carina. Sono molto orgogliosa di essere sua figlia e molto triste che non sia più qui, e che così poche persone abbiano compreso che persona meravigliosa e intelligente fosse questo ometto dalla presenza così discreta. Mi leggeva libri ogni sera. Li ho recuperati quando è morto. Sono nascosti nella mia libreria, al sicuro, ma non riesco più ad aprirli, così come non riesco a guardare una delle sue foto nè cancellare il suo numero dalla memoria del mio telefono.

QUENTIN Ci sono le mie figlie un po’ in ogni pagina… Era ovvio che questo libro fosse dedicato a loro. Sono un papà presente (non abbastanza). Sono un papà che si prende cura dei suoi figli (non abbastanza). Sono un papà che ama i suoi figli (mai abbastanza).
In questo libro, come già in Mamma, sono inclusi tanti “modelli” diversi di genitorialità. Hélène, c’è una tavola che preferisci, tra quelle disegnate da Quentin, e perchè?
HÉLÈNE Adoro tutte le tavole realizzate per l’albo e mi sembra interessante ciascuno degli aspetti della genitorialità che sono ritratti! In quasi tutti i casi sono cose che valgono sia per le mamme sia per i papà, e questo mi piace davvero… Mi piace molto l’illustrazione con il papà che torna dal fronte, verso il quale corre la sua piccola figlia, la trovo magica e mi sono sentita particolarmente ispirata nello scrivere quel testo. Mi piace molto anche il papà sulla spiaggia, per la sua atmosfera da Belle Epoque… E il papà al pianoforte, per l’incredibile movimento che Quentin ha messo in questa immagine!



Quentin, c’è una parte del testo di Hélène che preferisci, o una frase che senti più “tua”?
QUENTIN Come dicevamo, i testi sono sono stati scritti sulla base delle mie tavole già realizzate. Così, li ho scoperti come di solito un autore scopre le illustrazioni tratte da un suo testo!
Gli scritti di Hélène sono spesso per me sorprendenti, lei riesce a guardare e descrivere le mie immagini da un’angolazione che non immaginavo… Un esempio è la tavola del papà che bacia suo figlio sul treno.

Io ho ritratto un momento di tenerezza in un ambiente che mi ha particolarmente ispirato da un punto di vista estetico, un vecchio treno vintage. Ma Hélène ha sublimato l’ispirazione mettendoci sopra le sue parole. Questa scena è diventata un appello a vivere ogni minuto, ogni secondo trascorso con il proprio bambino come un attimo che non si ripresenterà e che va colto: “Non aspettare mai per dire a tuo figlio che lo ami…”
We kindly acknowledge the Authors and Mijade Publishing House for this interview
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