Un albo che ha varcato confini, lingue e Paesi con il suo carico di magia, Il mondo ti aspetta, scritto da Kobi Yamada, illustrato da Gabriella Barouch, già amatissimo dai lettori italiani piccoli e grandi. Abbiamo raggiunto Gabriella per farci raccontare di più del suo lavoro e dell’impronta particolarissima, di immaginifica naturalezza, che caratterizza i suoi disegni. Buona lettura.
Gabriella, parlaci di te
Attualmente vivo a Tel Aviv con la mia famiglia. Colleziono giocattoli in vinile e sono profondamente innamorata delle foreste – tutte!
Ho iniziato il mio percorso come artista nel 2001 e da allora ho avuto la fortuna di avere commesse importanti da realtà come le Poste di Francia, il quotidiano Le Monde, la casa editrice Penguin. Ho insegnato in due corsi di illustrazione alla Lehigh University (Pennsylvania, USA, 2013), sono stata selezionata come artista dell’anno alla stagione della cultura di Gerusalemme 2012 e ho partecipato al Pecha Kucha (un format di storytelling in cui un presentatore mostra 20 diapositive per 20 secondi di commento ciascuna, 6 minuti e 40 secondi in totale, ndr). Il mio lavoro è stato esposto in tutto il mondo e presentato online su diverse testate e piattaforme.
Come hai deciso di diventare illustratrice? Quali sono gli illustratori che ti hanno influenzato di più?
Ho sempre saputo di essere vocata alle arti visive, ma non ero sicura dell’illustrazione nello specifico. Ho frequentato l’Accademia d’Arte per orientarmi e così ho scoperto l’illustrazione. Quando ho capito che era questa la mia passione assoluta, mi ci sono dedicata anima e corpo, ho lavorato molto duramente per trovare il mio modo di esprimermi e costruire il mio linguaggio visivo. Credo che la chiave del successo sia proprio come qualsiasi altro campo: occorre lavorare sodo, accettare che la strada sia cosparsa di fallimenti e pensare che ogni caduta sia un passo verso il miglioramento. Cosa più importante di tutte: non lasciare che la paura scelga per noi.
Ci sono sempre nuovi artisti dai quali traggo stimoli e ispirazione, ma alcuni channo avuto un’influenza costante per me nel corso degli anni: tra questi, Winsor McCay, Beatrice Alemagna e Rebecca Dautremer.
Una bambina con uno strano copricapo da uccello e uno zainetto a forma di casa, sempre accompagnata da un roseo maialino… Dove hai tratto ispirazione per il personaggio protagonista di Il mondo ti aspetta?
Una persona reale è stata il mio riferimento! Una ragazza portatrice di un forte spirito d’avventura, che, nella mia percezione, avrebbe potuto travasarsi in quel lavoro e pervadere tutte le illustrazioni.
Il tuo stile fonde in modo impressionante dettagli realistici ed elementi magici, il tutto immerso in uno scenario naturale. Perché questa scelta?
Sono sempre stata attratta dagli elementi naturali; mi sento più vicino a me stessa quando sono nella natura, e mi piace sempre guardare le cose dalla prospettiva di un bambino. Quando cammini nella natura, da piccolo, tutto è possibile:
l’immaginazione di un bambino è pura magia, io cerco solo di darle vita con il mio disegno e creare quel certo senso di nostalgia che sperimentiamo da adulti.
Credo che tutti serbiamo dentro di noi un ricordo di com’era il tempo dell’infanzia.
Il mondo ti aspetta può essere facilmente definito un albo “crossover”. È più per una tua scelta o ritieni che sia così per tutti i libri illustrati? Quanto è rilevante avere in mente un target di età per te come autrice?
Il pubblico di destinazione dipende molto dal testo e da ciò che l’autore aveva in mente, certo, ma per esempio per me da lettrice i libri illustrati sono rimasti sempre un riferimento significativo, mi ci sono potuta ritrovare anche crescendo e ora, come genitore, posso ritrovarci anche mio figlio, nello stesso modo. Dal momento che sono i genitori a comprare i libri, penso che un buon libro dovrebbe parlare al cuore di chiunque lo sfogli.
C’è un posto dove lavori abitualmente?
Il mio studio. È la mia “bolla”: mi circondo di oggetti che mi ispirano ed è qui che amo lavorare.
Hai progetti o desideri per il futuro che vorresti condividere con noi?
Piani, direi proprio di no, Sono sempre stata una che tende pianificare, ma, con l’attuale situazione di pandemia e di continui lockdown, mi ritrovo a pensare meno ai progetti e più al presente; vivo ogni singolo momento cercando di trovare il meglio in ogni piccolo dettaglio del quotidiano.
In questo momento desidero soltanto rimanere al sicuro, di buonumore e in salute, ed è proprio questo l’augurio che voglio rivolgere a voi tutti!
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