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Delphine Perret racconta “Björn. A cosa serve un amico”

delphine perret

Tornano le avventure dell’orso Björn, in sette nuove storie divertenti e delicate: Bjorn. A cosa serve un amico, terzo episodio della serie scritta e illustrata da Delphine Perret.

La stagione offre un clima mite e, nella foresta, ci si diverte con passatempi che conosciamo bene anche a noi umani: visitare una mostra, giocare a nascondino, ma anche cimentarsi in progetti più impegnativi, per esempio aprire un ristorante o scrivere un libro… Ma poi accadono cose apparentemente trascurabili, come la caduta delle prime foglie rosse d’autunno, o il cielo che cambia, che hanno il potere di interrompere ogni attività e invitare alla contemplazione. Perché la cosa più importante è accorgersi che, proprio in queste piccole cose, si nasconde tutta la bellezza del mondo.

Cinque anni dopo la pubblicazione di Björn. Una primavera di scoperte, ritroviamo con piacere l’orso contemplativo e i suoi amici della foresta! Delphine, raccontaci di questa novità in libreria

Non pensavo proprio di fare un terzo volume, non vorrei mai abusare della pazienza del lettore! Ma sui miei taccuini annoto sempre tante idee, e i nuovi progetti, spesso, nascono dalla voglia di riprendere qualcosa che ho già fatto. Il tempo non si allunga a piacimento, e decidere di realizzare un sequel vuol dire rinunciare ad un progetto che potrebbe farmi esplorare altri soggetti. Ricordo molto bene la sera in cui ho immaginato il terzo volume della serie Björn. Avevo appena inviato tutte le mie tavole finali per L’estate più bella e avevo accumulato una gran dose di stress per questo libro: una storia molto personale, con immagini che non ero sicura fossero all’altezza, e mi sentivo fuori dalla mia “comfort zone”. Avevo bisogno di sentirmi di nuovo al sicuro, tornando alle cose che conoscevo meglio. E così, quella sera stessa ho iniziato a lavorare sul nuovo episodio di Björn. Ho messo su carta molte idee e ho potuto dormire sonni tranquilli. Pochi mesi dopo, ho ripreso i miei appunti e ho scritto le storie abbastanza velocemente. È un universo a me familiare, quello che racconto in questa serie.


Nei due volumi precedenti, c’è una graduale incursione di Björn e dei suoi amici nel mondo degli umani. Prima, il nostro orso diventa amico della bambina Ramona; poi, va lui stesso a fare una passeggiata in città. In questo nuovo episodio, sono gli uomini che invece “invadono” la foresta. Perché questo capovolgimento?

Quello che amo del mio personaggio è la possibilità che mi offre di guardare dall’esterno il mondo degli esseri umani. Io tendo a fare molto questa cosa nella mia vita quotidiana, anche se non sono un orso (non che io sappia, almeno)! Di solito, elaboro prima tutti i temi delle storie, e solo in seguito mi rendo conto che emerge una direzione complessiva. In questo volume, gli animali si confrontano con ciò che percepiscono dagli umani. Ma non dimenticano di essere creature che amano rotolarsi nel fango. Infatti, per Björn e i suoi amici, la normalità sono le loro abitudini, non le nostre. Mi piace molto questo capovolgimento. A volte indica anche la stranezza di ciò che diamo per scontato. È uno sguardo vicino a quello del bambino che scopre come funziona il mondo, i codici, le norme (che infatti, spesso, sono del tutto illogiche). Per la storia breve intitolata “La mostra”, ad esempio, volevo davvero riuscire a raccontare l’idea che, spesso, quando un bambino molto piccolo va al museo, quello che preferisce è il biglietto. Per “Il ristorante”, mi sono divertita a immaginare cosa capiscono gli animali di un’abitudine che riguarda solo gli umani (inizialmente finiva con la lepre che si dimenticava che per fare un ristorante ci voleva del cibo). E per “Nascondino” quello che mi interessava era porre la domanda: chi è osservato? Chi osserva? E chi pensa di essersi ben mimetizzato lo è sul serio? Spesso siamo sorpresi di imbatterci in un animale nella foresta, rimaniamo impressionati; mi chiedo se anche loro trovino del tutto insolito imbattersi in un essere umano.

We kindly acknowledge  ©Les Formis Rouges for this interview (text and images)

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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