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Alessandro Bonaccorsi racconta la nuova edizione del libro “La Via del Disegno Brutto”

Riprenditi la libertà di disegnare e non smettere più!

L’autore Alessandro Bonaccorsi ci presenta la nuova edizione del libro “La Via del Disegno Brutto“.

Alessandro, in cosa consistono le nuove parti dell’edizione aggiornata?

“La via del disegno brutto” è un progetto libro piuttosto complesso, seppure in apparenza semplice: è pieno di disegni, i testi devono essere sintetici ed efficaci, i tanti esercizi devono essere spiegati bene e il percorso proposto deve essere visibile e comprensibile.
Tre anni fa quando il libro è uscito, l’editore, il designer e io ci siamo concentrati tantissimo sui contenuti e sull’oggetto libro, sul suo ritmo sia visivo che testuale e dopo mi sono accorto di aver tralasciato un po’ la parte iconica.

Quando Terre di Mezzo mi ha proposto di fare una nuova edizione, ho deciso di aggiustare o ridisegnare tutti i disegni sparsi per le 200 pagine del libro, ma c’era anche un’altra idea che mi saltellava nella mente da un pezzo:

perché non creare un capitolo che potesse rendere il libro più coinvolgente, trasformandolo in una sorta di gioco di società?

Perché non dare le istruzioni per usare il libro insieme agli amici, in modo da ricreare l’atmosfera dei corsi di Disegno Brutto?
Quindi ho ideato un capitolo che si chiama “Disegnare in Compagnia” in cui gruppi di persone possono usare il libro per incontrarsi e disegnare insieme. Una delle caratteristiche di libri come questi – chiamati “workbook” perché ti costringono a fare qualcosa – è che la maggior parte delle persone non riesce a finirli facendo tutti gli esercizi. Se invece si creano dei gruppi in cui il libro viene compreso, disegnato e percorso in compagnia, credo che il lavoro di ricerca interiore possa diventare
L’idea di fondo è che si scelga una persona che faccia da Guida alla Via del Disegno Brutto: avrà il compito di leggere passi dal libro, spiegare gli esercizi, controllare i tempi e armonizzare il gruppo. Ho ipotizzato 4 o 5 incontri di 2 ore, pensando a persone che si ritrovano a fine pomeriggio o alla sera e che invece di giocare a canasta o a bridge si mettano a disegnare, conservando l’atmosfera conviviale dei corsi di Disegno Brutto.
Disegnare in gruppo scioglie le rigidità, risolve i dubbi, offre condivisione e discussione continua sui risultati, permette di allargare i tanti spunti che, come indizi, sono disseminati nel libro a punteggiare un percorso profondo di ricerca interiore.
Il mio augurio è che tante persone si trovino per disegnare Brutto, soprattutto laddove io non riesco ad arrivare con i corsi. Ovviamente c’è la possibilità di scrivermi per risolvere dubbi, avere aiuto o solo condividere i risultati.

A chi consiglieresti questo libro?

È consigliato a tutti i curiosi dai 13 anni in su.
Il tracciato contenuto nel libro propone una visione filosofica della realtà che tendiamo a dimenticarci: tutti siamo in grado di vedere in modo diverso e di conoscere il mondo con altri occhi, ma ce ne dimentichiamo, rimanendo ignari dei tanti segni che la vita di ogni giorno ci presenta. Coglierli può davvero farci cambiare il modo in cui ci poniamo davanti al mondo e il disegno è uno di quegli strumenti di conoscenza che può rivelarsi davvero potente.
Posso dirti quali sono le tipologie di persone che seguono il Disegno Brutto, che leggono i libri e che partecipano ai corsi o mi scrivono: amano leggere, credono nell’immaginazione, sono curiose, vogliono cambiare punto di vista. Pochissimi sono artisti o sedicenti tali, quasi nessuno sa disegnare, molti si sentono senza talento o creatività… eppure si mettono in gioco scoprendo un modo diverso di disegnare, in cui estetica e artisticità sono ignorati.

In questi anni in quali ambiti hai portato il disegno brutto?

Il Disegno Brutto mi ha sorpreso, suscitando interesse in ambiti disparati.
Mi aspettavo una risposta dal mondo delle associazioni che lavorano sul benessere della persona e sulle pratiche di ricerca interiore, biblioteche, cooperative, che è stata confermata, ma poi mi sono ritrovato a far fare scarabocchi in posti che mai mi sarei aspettato. Ad esempio festival che amo come Torino Spiritualità, luoghi di ricerca scientifica come la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Flaminia, musei come Palazzo Grassi a Venezia o il Museo del Novecento a Milano o il Padiglione del Fumetto del Friuli a Pordenone, con cui si è creata una bella collaborazione, il reparto di Oncologia del Sant’Orsola di Bologna, incontri con associazioni che seguono bambini con gravi disabilità, e poi aziende meccaniche, banche, università, ordini professionali, conferenze TedX, lo storico Circolo dei Lettori di Torino, l’associazione degli ergonomi italiani, il parco dell’Adamello Brenta, il Forum Ambrosetti. Direi che questi sono stati i tanti incontri singolari che non mi sarei aspettato di fare. Senza dimenticare due tra i più importanti festival del disegno in Italia, come lo Scarabocchi Festival di Novara e il Festival Fabriano di Milano. O gli articoli sul disegno che scrivo per la rivista Doppiozero, che per me è sempre stata un nutrimento imprescindibile e credo possa ritenersi una delle più importanti e singolari riviste culturali italiane.
Sono tanti gli incontri singolari e credo che, una volta che la stretta del Covid19 si allenterà, ce ne saranno tanti altri inaspettati…

Hai in programma corsi per i prossimi mesi?

Dopo una pausa di riflessione, oltre che di stanchezza per i tanti corsi online, da marzo riprenderò l’attività.
Ci saranno corsi brevi dal vivo a Milano, alla biblioteca di Lissone (vicino Monza), poi parteciperò al Paw Chew Go festival di Milano; nel frattempo sto preparando una serie di corsi online, sia live che on demand, oltre che qualche webinar e incontro sui temi del disegno e del pensiero visivo. Nei prossimi mesi i corsi dal vivo saranno concentrati su Ravenna, la mia città d’adozione, e Milano, con puntate ai vari festival che mi inviteranno. Poi ho in progetto un percorso più lungo e impegnativo.

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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