Per decisione di Papa Francesco, su richiesta del vescovo di Santiago di Compostela, l’Anno Giubilare Compostellano (Anno giacobeo) celebrato nel 2021 è stato prorogato fino alla fine del 2022. Una decisione eccezionale dovuta alla pandemia, per consentire a un maggior numero di persone di vivere il giubileo compostellano.
L’Anno Giacobeo si celebra solo negli anni in cui il 25 luglio, giorno di commemorazione del martirio di San Giacomo, cade di domenica (come è avvenuto nel 2021). Nella storia recente del cammino la proroga dell’anno giubilare è avvenuta solo nel 1937, durante la guerra civile spagnola.
“L’Anno Giubilare Compostellano è già di per sé particolare, ma quello del 2021 è arrivato dopo tutto quello che abbiamo vissuto con la pandemia -sottolinea Paolo Caucci von Saucken, Rettore della Confraternita di San Jacopo di Compostella e uno dei massimi esperti mondiali del Cammino di Santiago -. È l’occasione per fare un bilancio degli ultimi 50 anni del Cammino. Il mio primo Cammino l’ho fatto nel 1969. Da allora tutto o quasi è cambiato. In più di 50 anni ho visto paesi che da quasi completamenti abbandonati sono tornati a essere vivi. I nipoti di chi li aveva abbandonati ora sono tornati. E hanno creato quelle strutture per l’accoglienza senza le quali oggi non ci sarebbe il Cammino. Il bilancio deve servire anche per capire come muoversi in futuro. C’è un prima e un dopo la pandemia. E su questo dobbiamo interrogarci”.
Nel 2021 sono arrivati alla Cattedrale di Santiago di Compostela 178.912 pellegrini. Numeri in crescita, rispetto al 2020, anno in cui è scoppiata la pandemia, quando i pellegrini erano stati “solo” 54.144, ma ancora lontani dai 347.578 del 2019.
Una piccola curiosità che ci riguarda: nel 2021 gli italiani (7.817) si sono “aggiudicati” il terzo posto nella classifica delle nazionalità più numerose, preceduti da spagnoli (122.127) e portoghesi (9.410). Nell’estate del 2021, Paolo Caucci, a 80 anni, ha svolto, come da tradizione, il suo periodo di volontariato hospitalero a San Nicolas de Puente Fitero, splendido eremo-hospital non lontano da Burgos. “Sono arrivati camminatori giovanissimi -racconta-. E ci sono molti italiani. Le motivazioni per cui scelgono di venire sul Cammino di Santiago sono di vario tipo. Per alcuni è una fuga da casa dopo mesi di restrizioni per la pandemia. Ma stando con loro a parlare, magari fino a mezzanotte, cogli che c’è quasi sempre un elemento spirituale o culturale nella scelta di partire”.
Si arriva a San Nicolas dopo circa 15 giorni, per chi parte da Saint Jean Pied de Port (Francia). “Arrivano che ormai hanno assimilato lo spirito del Cammino -aggiunge Paolo Caucci-. E trovo ancora oggi la conferma che
il Cammino continua ad essere qualcosa che cambia le persone, le fa crescere.