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La vita nella Domus Peregrini lungo la Via Francigena. Intervista a Immacolata Coraggio

Come si diventa hospitaleros? Com’è la vita in un luogo di accoglienza lungo un Cammino? L’abbiamo chiesto a Immacolata Coraggio, autrice del libro Hospitaleros, che ci ha raccontato anche della neonata iniziativa POP (pellerini ospitano pellegrini).

Immacolata, raccontaci chi sei, come e quando sei diventata hospitaleros.

Durante il mio primo cammino di Santiago, nel 2006, ho sperimentato che esiste un Piano. Non so chi lo abbia scritto; tuttavia, che sia un Dio separato da me, il mio inconscio profondo, o l’inconscio collettivo, di certo riguarda anche me.
Una sensazione splendida che ho desiderato portare nel mio quotidiano.

Pochi mesi dopo essere tornata ho camminato verso Roma da casa mia, nel Lodigiano e l’anno successivo da Canterbury. All’epoca sulla Via Francigena erano pochi i pellegrini, poche le accoglienze, scarsa la segnaletica, percorrerla è stato un modo per sperimentare la possibilità di portare quanto vissuto nel Cammino di Santiago nel mio quotidiano.
Ho deciso che avrei fatto il possibile per contribuire allo sviluppo della Via Francigena, all’epoca ai primordi.

Percorrendo la Tuscia laziale, ho pensato: sono arrivata a casa, questo è il luogo dove voglio vivere.
Nel 2010 ho scelto di aderire agli ospitaleri volontari e, come ho cercato di raccontare nel libro Hospitaleros, la mia prima esperienza a Bercianos è stata molto intensa.
In seguito, ho aderito al primo gruppo di formatori per ospitaleri in Italia e lì ho incontrato Franco.
Da quel momento, abbiamo condiviso l’essere pellegrini verso Roma e Santiago, ospitaleri volontari, formatori e soprattutto la nostra vita.
Il sogno di entrambi di fare del cammino e dell’accoglienza il nostro vivere quotidiano, far coincidere cammino e casa ha preso corpo: nel 2016 è nata a Montefiascone nella Tuscia laziale, la Domus Peregrini.

Nel tuo libro “Hospitaleros” racconti l’esperienza di hospitaleros e quel che accade in giorni densi di incontri, commozione e sorprese. Qual è l’esperienza più emozionante che hai vissuto come hospitaleros?

Durante la mia esperienza a Bercianos mi sono resa conto che essere ospitaleri consente un arricchimento umano straordinario, uno sguardo diverso su sé stessi e sulla unicità dei singoli pellegrini, sulla capacità di accogliere l’altro, la vita, le nostre stesse limitazioni. Ancora maggiore è la complessità di riflessioni e sfaccettature emotive derivanti dall’accogliere quotidianamente a casa propria. Difficile identificare un singolo episodio, tuttavia alcuni incontri colpiscono per il tempismo in cui accadono.

Soffro di una degenerazione delle retine con rischio di cecità. Un venerdì in cui Franco è in ospedale a Bologna per un intervento di cataratta, accolto un gruppo di pellegrini, mi assento per una visita oculistica di controllo. Una retina è squarciata: l’oculista mi prescrive riposo assoluto e intervento laser al lunedì. Sono annichilita, chiamo Franco, ma essendo in ospedale non può rispondermi. Tornata alla Domus uno dei pellegrini, seduto all’esterno mi chiede com’è andata. Scoppio a piangere e gli racconto. Mi abbraccia e si racconta. È omosessuale, ha scoperto di avere contratto l’AIDS da un uomo che lo ha “corteggiato” a lungo, per infettarlo. Sono la prima persona con cui ne parla. Continuiamo a parlare a lungo di come eventi forti possano sconvolgere le nostre vite e tuttavia darci inaspettate opportunità di cambiamento. Ci siamo rasserenati reciprocamente, raggiunti gli altri all’interno, abbiamo condiviso una bella serata, capaci, grazie al reciproco ascolto e sostegno, di vivere il qui e ora senza essere annichiliti dalle nostre paure. Un bellissimo incontro.

Raccontaci la neonata iniziativa: la rete POP (pellegrini ospitano pellegrini).

Il progetto nasce dall’incontro di tre coppie di pellegrini (Domus Peregrini, Montefiascone; Lento e Contento, Vetralla; Road to Rome, Capranica) che, nella Tuscia laziale, accolgono pellegrini in casa propria sulla Via Francigena, e già nel corso del 2022 hanno collaborato tra di loro. A fine stagione, hanno deciso di allargare a livello nazionale sui diversi cammini una rete di strutture (POP, Pellegrini che ospitano Pellegrini) che condividano lo stesso spirito di accoglienza di difficile definizione.

Abbiamo identificato due caratteristiche imprescindibili per l’adesione a questa rete: essere pellegrini e condividere la cena. Un pellegrino ospitalero sa perfettamente di cosa ha bisogno il pellegrino accolto, ne conosce i bisogni primari, sia fisici che emotivi. Togliersi le scarpe, mettere i piedi a bagno e bere qualcosa di fresco è prioritario sulla registrazione e timbro sulla credenziale…A volte un abbraccio e la disponibilità all’ascolto valgono più di un albergo a 5 stelle!

Condividere la preparazione della cena, mangiare insieme e rigovernare sono momenti importanti di conoscenza che facilitano la trasformazione da estranei ad amici.

Per ora alle tre accoglienze fondatrici se ne sono aggiunte altre quattro. Il progetto sta nascendo ora e siamo fiduciosi che prima della prossima primavera altri si aggiungeranno. Pensiamo in prima battuta di elaborare liste di accoglienza comuni da affiggere nelle strutture aderenti (separate per cammini), una chat chiusa degli aderenti per comunicazioni e confronti, un gruppo FB comune. Naturalmente altre idee e progetti nasceranno mano mano dal confronto fra gli aderenti.

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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