Sulle tracce di Matilde di Canossa e dei Malaspina lungo i confini dei ducati che si contesero le terre di Emilia, Liguria e Toscana: il Sentiero dei Ducati,12 tappe alla scoperta di alcuni degli angoli più spettacolari dell’Appennino. Abbiamo intervistato gli autori della guida Giovanni Fiori, Carlo Possa e Anna Pratissoli, buona lettura!
Il Sentiero dei Ducati è un percorso Cai, raccontateci com’è nato, com’è rinato e grazie a chi.
CARLO POSSA: Il “Sentiero dei Ducati” è un percorso nato nei primi anni ‘90, voluto in particolare dalla Provincia di Reggio Emilia che con la collaborazione delle Province di Parma, Massa Carrara e La Spezia, per attraversare l’Appennino dalla Pianura emiliana a Luni. Fu ideato da Daniele Canossini e Giuliano Cervi, grandi conoscitori di queste montagne. In realtà si realizzò solo la parte emiliana, fino al passo del Lagastrello, e la cura fu affidata al Cai Reggio Emilia. Nel 2019 il Cai reggiano pensò di rilanciare il percorso facendolo proseguire fino in Lunigiana come era previsto inizialmente, riprogettandolo e strutturandolo per stare alla pari di altri cammini già famosi, partendo dal presupposto che ne aveva tutti i requisiti, a cominciare dalla bellezza dei territori attraversati. Il progetto è stato reso possibile grazie all’immediata disponibilità delle Sezioni Cai di Fivizzano e Sarzana e alla disponibilità di molti soci del Cai che con un vero e proprio lavoro d’equipe hanno concretizzato l’idea, mettendo insieme le loro varie competenze (manutenzione sentieri, cartografia, promozione, rapporti istituzionali con i territori attraversati, organizzazione di escursioni). Con questi presupposti si è ottenuto l’interesse dei Comuni attraversati, del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, dall’Ente Parchi Emilia Centrale, del Comitato territoriale di Reggio Emilia di Iren e poi di APT Servizi Emilia-Romagna. Interesse che si è anche concretizzato con un sostegno al miglioramento del percorso, per la promozione con la realizzazione del sito web e ora della guida. Quello del Cai è stato un impegno che ha portato il Sentiero dei Ducati ad essere inserito tra i Cammini dell’Emilia-Romagna.


Perché un camminatore dovrebbe scegliere di percorrere il Sentiero dei Ducati? Quali sono i suoi caratteri peculiari?
GIOVANNI FIORI: Se ti piace camminare nel silenzio assoluto della natura, su sentieri e mulattiere, tra panorami mutevoli e grandiosi, dalla pianura ai pascoli appenninici e poi di nuovo verso il mare, con intorno a te solo i tuoi compagni di cammino, nella solitudine più assoluta, beh il Sentiero dei Ducati fa per te! Se ti piace camminare per viaggiare anche con la testa, scoprire luoghi paesaggisticamente incantevoli, ma anche ricchissimi di testimonianze del passato antico che ti consentiranno di scoprire le vicende storiche che nei secoli si dipanarono lungo quello che fu un’importantissima direttrice viaria che fin dagli Etruschi collegava la costa tirrenica alla pianura padana e dunque all’Adriatico. Se ti piace scoprire tra le preziose pietre dei borghi antichi la storia scolpita dalle genti che da secoli si adattarono e prosperarono nel difficile ambiente dell’Appennino. Se ti piace tutto questo, allora il Sentiero dei Ducati fa davvero per te! Se non vuoi camminare tanto, percorrendo anche dislivelli significativi, spesso su terreni impervi, e non sei abituato ad orientarti in un ambiente naturale ameno ed a tratti selvaggio, è bene invece che tu non parta o la faccia accompagnato da una guida esperta.
Descriveteci il percorso: le sue caratteristiche, il livello di difficoltà, quando è meglio partire e quale tipo di attrezzatura consigli.
ANNA PRATISSOLI: È un percorso di 201 km in 12 tappe estremamente vario, ognuna di lunghezza compresa tra gli 11 e i 24 km e con un dislivello positivo complessivo di 7.500 m. Il cammino ci porta dalla città e l’alta pianura di Reggio, alle prime colline, in costante salita fino a svalicare l’Appennino tosco-emiliano, sfiorando le Apuane e scendendo poi, ma con frequenti su e giu, verso il mar Tirreno. Vario come paesaggi ma anche per i diversi piani su cui si può godere e che la guida suggerisce: quello storico-culturale, quello ambientale, geomorfologico e naturalistico, quello di conoscenza delle comunità e delle realtà che si attraversano.
Il Cai indica la difficoltà dell’intero percorso come livello escursionistico (sigla E), e non turistico, il che implica che vada affrontato con una certa preparazione ed equipaggiamento, magari valutando le opportunità offerte da tante sezioni Cai e Guide ambientali escursionistiche che propongono escursioni di uno o più giorni sul SD. C’è anche un unico tratto, quello dei Pizzoni, assai caratteristico per la presenza di formazioni di arenaria di forme suggestive, che è indicato con difficoltà EE (per escursionisti esperti) e non per niente viene proposto come variante al percorso principale della tappa 5. La stagione ed il clima possono indirizzare nella scelta di quando mettersi in cammino: se la primavera e l’autunno infatti sono le stagioni ideali soprattutto nelle prime 5 tappe, ove la quota resta sempre sotto i 1000 metri e la calura estiva non è mitigata dall’influsso del mare che salva le ultime tappe, è anche vero che in quelle stagioni le piogge possono rendere difficoltosi i guadi e comportare la presenza di tanto fango, soprattutto sulle prime colline reggiane. In primavera le fioriture di orchidee nelle tappe 1 e 2 sono spettacolari, ma d’estate mirtilli e lamponi nella zona di Succiso (tappa 7) meritano il passaggio, come pure i tanti borghi spesso spopolati che si rianimano e possono forse offrire più opportunità al viandante. Imprescindibili sono buoni scarponi e scorte d’acqua da rinnovare ad ogni occasione, soprattutto in estate, sebbene gran parte del cammino consenta di stare all’ombra, consigliate le bacchette; la segnaletica sul terreno è curata dal Cai e brandizzata col simbolo e la sigla SD ma è fortemente consigliato munirsi di guida / mappa cartacea / traccia gpx delle tappe che si intende percorrere. Fondamentale è poi organizzare per tempo i pernottamenti: l’offerta si va ampliando ma non sono ancora tanti i posti letto disponibili nelle strutture lungo il percorso.


Raccontateci perché vi piace chiamare questo sentiero il “Cammino delle comunità ospitanti”?
CARLO POSSA: Lungo il percorso del sentiero sono presenti diverse cooperative di comunità, tra cui la “Valle dei Cavalieri” di Succiso, capostipite di queste interessantissima esperienza. Un’altra cooperativa è nata proprio mentre si stava riprogettando il sentiero. Ma ci sono anche altre esperienze interessanti, come una associazione di valle e un museo diffuso. Sono realtà che non solo possono offrire ospitalità a chi percorre il sentiero, ma che segnalano concretamente la volontà di reagire al rischio di spopolamento di questi territori, e che possono offrire un contatto diretto con esperienze innovative. Tutto questo rientra pienamente nello spirito con cui abbiamo voluto caratterizzare il Sentiero dei Ducati:
un cammino realizzato non solo per i camminatori, ma anche per chi in questi luoghi continua a vivere e a lavorare con tenacia e coraggio.
Qual è il momento più emozionante che avete vissuto lungo il Sentiero dei Ducati?
GIOVANNI FIORI: Certamente l’arrivo a Fosdinovo, con le sue possenti mura merlate, borgo antico arroccato sui colli che incombono sulla piana di Luni e da lassù finalmente vedere all’orizzonte il mare, scorgere le isole dell’arcipelago toscano e, nelle giornate davvero serene, anche le coste della Corsica è davvero una grande emozione. Anche perché essere arrivati a Fosdinovo significa essere oramai anche giunti alla fine del cammino. Mancano solo poche ore di cammino, quelle dell’ultima tappa, per concludere il tuo lungo viaggio dalla grande pianura al mare attraverso le meraviglie dell’Appennino Tosco Emiliano. Quella notte a Fosdinovo ti prende così anche un po’ la nostalgia ed uno strano languore. Mentre dalle mura merlate vedi lontano la costa risplendere delle luci dei paesi, delle strade e delle automobili e già ti immagini la frenesia che vi troverai, con nostalgia ripensi già ai cieli stellati che ornavano di notte i borghi attraversati ed il grande silenzio, immobile, della natura. Domani si scende, l’avventura è oramai finita: incominci a fare i primi bilanci ed a capire che anche questo cammino alla fine ti ha cambiato e torni a casa non solo più stanco e sudato ma anche più ricco di bellezza e pace.


Quali sono i piatti e i prodotti che bisogna assolutamente provare lungo questo Sentiero?
CARLO POSSA: L’elenco dei piatti e dei prodotti che caratterizzano il sentiero rischia di essere lungo come il sentiero stesso!! Il Lambrusco e la Spergola nel tratto reggiano, e il Vermentino dei Colli di Luni, sono i vini che sicuramente saranno apprezzati dai camminatori aspiranti sommelier. La produzione del Parmigiano Reggiano affianca il nostro sentiero da Reggio Emilia fin sotto il Lagastrello. Lo si può assaggiare con l’Aceto Balsamico tradizionale reggiano. Il Pecorino lo si incontra lungo il percorso in entrambi i versanti dell’Appennino, così come la farina di castagne. I salumi sono sempre ottimi e se la stagione è propizia e l’occhio è buono, ottimi funghi possono essere compagni di viaggio (ma servono gli appositi tesserini). Sedersi a tavola alla fine della camminata può essere gratificante come la camminata: tra i tanti piatti non si possono dimenticare in Emilia i tortelli verdi, i tortelli di patate e i cappelletti, e in Lunigiana i testaroli, i panigacci e gli sgabei. Provare per credere.
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Giovanni FioriCarlo PossaAnna Pratissoli Il prezzo originale era: 18,00 €.17,10 €Il prezzo attuale è: 17,10 €. Aggiungi al carrello