“La mia generazione non ha potuto studiare e non è colpa nostra. Ma se i nostri figli non potranno studiare la responsabilità sarà solo nostra”.
Khalifa Thiam da una decina d’anni fa parte del nostro staff di Terre di mezzo. L’idea di costruire una scuola nel quartiere in cui è nato e cresciuto -Keur Ndiobo nel comune di Tivaouane, circa 80 chilometri dalla capitale Dakar-, gli è venuta incontrando gli amici d’infanzia in uno dei suoi periodici ritorni in Senegal:
“Siamo nati negli anni ’70 e su 23 amici solo due hanno studiato: uno è maestro e l’altro ha un diploma tecnico. Tutti gli altri non sono andati oltre i primi anni delle elementari o, come me, hanno studiato nelle scuole coraniche. I nostri figli rischiano di avere lo stesso nostro destino. Mi sento in dovere di fare di tutto perché ciò non accada”.
Ora un progetto per una nuova scuola esiste, con le relative autorizzazioni del ministero dell’Istruzione del Senegal. E la Gran Festa per i 25 anni di Terre di mezzo ci è sembra l’occasione migliore per lanciare una raccolta fondi perché il sogno di Khalifa possa avverarsi. Nel quartiere di Keur Ndiobo non ci sono scuole per bambini dai due ai sette anni:
“E questo è un problema, perché poi vanno alle elementari senza aver mai frequentato una scuola e la maggior parte lascia dopo pochi anni. E anche i genitori lasciano perdere, pensano che la scuola sia una perdita di tempo”.
Khalifa ha due figli e li manda in una scuola che dista alcuni chilometri dal quartiere di Keur Ndiobo:
“Con altri genitori ci siamo organizzati e paghiamo un autista che li porti a scuola al mattino e vada a riprenderli al pomeriggio. Il problema è che in un quartiere dove vivono 2.700 famiglie, solo 18 bambini ci vanno. Non tutti possono permettersi la spesa del trasporto”.
Il 40 per cento dei residenti a Keur Ndiobo lavora nei campi, gli altri sono dediti ad attività artigianali o commerciali. La costruzione della scuola sarà un segnale importante, perché farà prendere coscienza a tutti che lo studio è fondamentale per il futuro di ciascun bambino e, indirettamente, per il Senegal:
“Ancora oggi moltissimi giovani devono emigrare, come abbiamo dovuto fare noi: io vivo a Milano e ho parenti e amici in tutto il mondo. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare alcune cose che non vanno in Senegal -aggiunge Khalifa-. Voglio mettermi al servizio della popolazione. Non come politico, ma realizzando questa scuola”.
Scopri tutta la storia del progetto Keur Gouneyi raccontata qui e sostienilo anche tu!
Insieme possiamo regalare uno speciale primo giorno di scuola ai bambini di Tivaouane. Jërëjëf! Grazie!