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Scienze e Tecnologia con gli albi illustrati. Creiamo un circuito elettrico con “La matita”

maddalena bocchetta

A volte pensiamo che per cambiare il mondo servano grandi gesti, quando basterebbe avere cura di quel che abbiamo sul banco tutti i giorni. Davvero? Sì, perché ci divertiamo tantissimo a temperare le matite, ma non sappiamo che proprio quelle ci arrivano dai preziosi alberi del nostro Pianeta. E così, sfogliando le pagine del silent book La matita, abbiamo scoperto un mondo ricco di alberi che si impoverisce per riempire i nostri astucci di matite colorate con cui disegnare un mondo naturale che piano piano distruggiamo.
Quindi non possiamo disegnare più? Certo che sì, si può! Ma dobbiamo imparare a dare il giusto valore alle cose. Da questa riflessione è nata l’idea per un laboratorio di Scienze e Tecnologia ispirato a La matita.

Dopo aver letto l’albo, abbiamo cercato su internet dei video che mostrassero la lavorazione del legno e della “mina”, per comprendere le varie fasi di produzione delle matite. Ho proposto poi la lettura di una scheda (la trovate qui di seguito) che ci ha permesso di approfondire aspetti anche diversi, per esempio quello linguistico; abbiamo appreso così che in Toscana la matita si chiama “lapis”. Abbiamo inoltre scoperto che la mina è fatta di grafite e argilla, materiali che stiamo imparando a conoscere nel nostro programma di Scienze.

Scheda didattica su come è fatta la matita


Abbiamo iniziato quindi ad interrogarci sui codici che compaiono sulle nostre matite: un’alunna ci ha mostrato il suo astuccio da disegno con molte matite che riportavano anche altre lettere e numeri e non solo HB, B e 2H, che sono i codici più noti.

Sempre nel testo presentato, abbiamo scoperto che le due lettere indicano se è una matita dura (H=hard), dal tratto fine o morbida dal tratto scuro (B=Black), queste due caratteristiche sono date dalla presenza maggiore o minore di grafite o di argilla nella mina. Alla fine del testo c’era una frase un po’ complicata: “la matita è un buon conduttore”.
Frasi come questa non sono di immediata comprensione per i bambini, non risvegliano conoscenze pregresse e rischiano di rimanere nozioni sterili. È importante, dunque, lavorare sulla ricerca dei significati: collegando le parole ad attività pratiche, le nozioni diventano l’occasione per una nuova scoperta. Ecco allora che, con 4 semplici materiali di base, ho proposto in classe un’esperienza per rendere visibile il concetto “la matita è un buon conduttore”.

MATERIALI PER CREARE IL CIRCUITO

  • Luci LED
  • Pila da 3 volt
  • Matite di vario tipo (H, B, HB)
  • Fogli di carta

La proposta è di costruire un piccolo circuito per mostrare che “essere un buon conduttore” significa che l’elettricità riesce a passare all’interno di quel materiale.
Così è per la grafite e non per l’argilla, motivo per cui sarà più facile far accendere il led con una matita 2B e non con una H! Coloriamo dunque con la matita 2B le due striscioline di carta che ci serviranno per condurre l’energia dalla pila al LED. Verifichiamo il lato giusto, perché le pile hanno un lato positivo e uno negativo. Colleghiamo infine il nostro LED alle strisce di carta che, a loro volta, sono in contatto con la pila. Ed ecco la magia! Non si produrrà una luce molto intensa, ma vi assicuro che sarà quanto basta per lasciare impresso nei bambini e nelle bambine un senso di grande stupore e una nuova conoscenza acquisita.

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Amo viaggiare per terra e per mare, mi piace scoprire cose nuove, e mi piace ancora di più farlo con i bambini. Sono molto ironica e dinamica... ma sempre in ritardo!

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