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Gilles Bachelet racconta “Una vacanza da unicorni”. Premio Orbil 2022

gilles bachelet vacanze da unicorni

Una vacanza da unicorni, di Gilles Bachelet, è il libro vincitore del Premio Orbil attribuito dall’ALIR Associazione Librerie Indipendenti per Ragazzi! La proclamazione è avvenuta alla Bologna Children’s Book Fair il 21 marzo e, per festeggiare, ecco a voi questa bella intervista – per la quale ringraziamo di cuore l’autore!

Gilles, sei un autore dalla lunga carriera ormai! Raccontaci di te in poche parole. Una biografia “non ufficiale”

Sono nato nel 1952 e ho trascorso parte della mia infanzia nella campagna dei Pirenei. Da figlio unico, e abitando in un luogo un po’ isolato, i libri hanno presto occupato un posto importante nella mia vita. Ma la mia vocazione di illustratore si è manifestata solo molto più tardi. Fino all’età di 18 anni volevo fare il veterinario. Gli scarsi risultati nelle materie scientifiche hanno fatto sì che, alla fine degli studi, io abbia optato per una formazione diversa, in ambito artistico.

Raccontaci di un libro o un autore che amavi quando eri piccolo. E raccontaci quando hai deciso che scrivere e illustrare libri per bambini sarebbe stato il tuo lavoro

Fui molto segnato, intorno ai 7 anni, dai disegni di Benjamin Rabier, un illustratore un po’ dimenticato all’epoca, i cui album avevo scoperto per caso presso amici dei miei genitori. Ricordo anche i fumetti di Benito Jacovitti, tradotti in francese su piccoli giornali illustrati, in cui mi affascinava la ripetizione ossessiva di certi oggetti. Ho ritrovato Jacovitti molti anni dopo, nelle pagine di Charlie Mensuel (la versione francese di Linus).

Agli inizi della mia carriera di illustratore non ero specificamente orientato verso i libri per bambini. Per circa vent’anni ho lavorato per molte riviste, sia per adulti che per bambini, e un po’ anche nel campo della pubblicità. Fu solo all’inizio degli anni 2000 che mi sono interessato maggiormente al mondo degli albi, per ritrovare la libertà che mi mancava, a scrivere i miei testi.

Raccontaci come è nata l’idea per Una vacanza da unicorni: a cosa ti sei ispirato, quando hai iniziato a lavorarci e per quanto tempo?

Il piccolo unicorno Poufy è nato durante una Fiera del Libro dove il pubblico non sembrava avere fretta – cosa che mi ha lasciato il tempo di scarabocchiare su un taccuino. Un po’ infastidito dall’onnipresenza degli unicorni nel panorama della letteratura per l’infanzia e dei suoi prodotti derivati, ho voluto divertirmi a disegnare un unicorno che non soddisfa i criteri di bellezza del genere – sgraziato e in forte sovraccarico di peso. A questo primo disegno, pubblicato sui social, ne sono seguiti altri. Per quasi un anno ho declinato questo personaggio, e l’universo degli unicorni in generale, su Facebook e Instagram.

Ma non c’era intenzione a quel tempo di farne un albo, e alcuni dei disegni erano rivolti più a un pubblico adulto. Alla fine, però, ho finito per affezionarmi; e quando è sorta la domanda di trovare il soggetto per un prossimo albo, il mio piccolo Poufy (nell’edizione italiana: Puffy) si è imposto quasi con naturalezza. L’idea di base era che un giorno gli unicorni sarebbero passati di moda per essere sostituiti da una creatura ancora più popolare, e quindi avrei dovuto trovare chi sarebbe stato questo successore. Poi ho pensato a un animaletto che avevo disegnato qualche anno prima per un’amica e l’ho chiamato “Ti amo con i capelli morbidi”. Divenne il Groloviou (nell’edizione italiana: Loviuciù). La produzione dell’albo ha richiesto circa 4 mesi.

“Una vacanza da unicorni” unisce la leggerezza e il divertimento del racconto immaginario a una serie di citazioni dalla vita reale. Ce ne sveli qualcuna? E qual è la tua illustrazione preferita del libro e perché

Ho voluto giocare in particolare con i codici della cultura pop, le cose definite “carine” – da qui, i colori acidi, le emoticon, i dipinti dei maestri rivisitati in chiave kawaii (parola giapponese che può essere tradotta con “puccioso”, dolce, amabile, ndr). Il mio è uno sguardo divertito e critico sulla gloria artificiale creata da influencer e social network, sulla caducità delle mode e la nostra frenetica corsa al consumo. Penso che la mia immagine preferita nell’albo sia l’unicorno nella sua nuova stanza con la carta da parati kawaii e le riproduzioni dei dipinti di Vermeer.

C’è un posto dove ti piace lavorare? Com’è il tuo ufficio?

Ho lavorato a lungo negli uffici di Patrick Couratin, che all’epoca era il mio editore, in coedizione con Seuil Jeunesse. Mi ero trasferito lì inizialmente per alcuni giorni, in un periodo di difficoltà, e alla fine ci sono rimasto per 7 anni. Dato che era anche uno studio per la creazione di poster e locandine di spettacoli, era un luogo frequentato da molte persone, attori, cantanti, comici e mi è davvero piaciuto lavorare in quel trambusto. Dal 2011 lavoro di nuovo nel mio studio dove, nella gran confusione, si sovrappongono strati di ricordi, oggetti trovati qua e là, immagini offerte da amici…

Un augurio che desideri condividere con i tuoi lettori

Semplicemente, che si divertano a leggere i miei albi tanto quanto immagino!

Una vacanza da unicorni, premio Orbil, la motivazione della Giuria di ALIR Librerie indipendenti per ragazzi

“Perché finalmente abbiamo un libro d’autore sugli unicorni in cui, al posto di una nuvoletta di strass rosa, le pagine sono cosparse di una sagace, acuta ironia nei confronti delle icone infantili. Ma anche nei confronti del consumismo e delle mode. Un’ironia che i bambini possono cogliere divertendosi e riflettendo al contempo, insieme a citazioni del presente e del passato che faranno soprattutto sorridere gli adulti.
Una vacanza da unicorni è un albo ricco, pieno di dettagli, zeppo di richiami, che necessita di essere guardato e sfogliato con calma, di più letture e riletture per accorgersi ogni volta di un particolare in più, sfuggito a una prima occhiata.
Parole e testo si accordano magistralmente per restituire una storia unica e originale. E che piace a tutti, bambini maschi inclusi, perché è fuori da qualsiasi cliché di genere.
Come librai lo consideriamo un albo da premiare perché restituisce una narrazione per immagini densa, che lo rende una lettura piena di significati espliciti e nascosti, con quella convivenza di detto e non detto che esiste laddove la letteratura è più riuscita.”

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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