Dal 2015 alleva api. Ha iniziato per “contribuire a salvare questi insetti così preziosi per la natura” e ha scoperto un mondo che lo ha affascinato. Tanto da indurlo a scrivere Io sto con le api, racconto appassionato che ci accompagna a scoprire la bellezza dell’alveare, ma anche inchiesta giornalistica sull’ambiente che ci circonda. Dario Paladini, 52 anni, è un giornalista di Terre di mezzo e scrive per l’agenzia di stampa Redattore Sociale.
Dario, raccontaci come mai hai deciso di diventare apicoltore. Un hobby insolito! Cosa hanno di così speciale le api?
Le api riescono a farci vedere quello che non notiamo mai, offrono uno sguardo profondo sulla natura. Volando alla ricerca di fiori, sono le responsabili dell’impollinazione che permette la nascita di frutti e ortaggi che a loro volta generano i semi da cui nascono nuovi alberi… insomma, questi piccoli insetti sono all’origine del ciclo della natura! Senza impollinazione, infatti, non ci sarebbe vita o quasi, perché la maggior parte dei vegetali si riproduce attraverso di essa.
Nonostante ciò che mangiamo dipenda in gran parte dal lavoro e dal benessere delle api, spesso non ci rendiamo conto della loro importanza. Sono parte di quella biodiversità di cui non ci accorgiamo, perché composta da insetti e altri piccoli animali che nel nostro ritmo frenetico non abbiamo il tempo di notare. Eppure le api sono presenti dappertutto, anche in città: nei giardini, sui nostri balconi, sempre indaffarate. In un alveare accadono cose veramente stupefacenti, se solo ci prendiamo la briga di scoprirle… che sia in un bel bosco o in mezzo alle città, il microcosmo delle api è in continuo fermento!
Nel libro racconto tutto questo e tanto altro: quello che man mano ho imparato allevandole, compresi i pasticci e gli errori commessi.
Nel libro non ti limiti a raccontare la tua passione per questi insetti, ma denunci anche i pericoli che corrono le api e, di conseguenza, i rischi per l’uomo: cosa le minaccia in questo periodo storico?
Sono due i fattori principali che più incidono negativamente sulla vita delle api: i pesticidi e i cambiamenti climatici. Nel mio libro, ad esempio, racconto la storia di apicoltrici e apicoltori resistenti che cercano di combattere l’uso massiccio dei pesticidi, sempre più diffusi nelle coltivazioni a monocoltura per eliminare i parassiti, ma estremamente pericolosi per le api. Prendiamo il caso del nocciolo: quella del nocciolo è sempre stata considerata una pianta rustica, resistente a malattie e insetti dannosi. Nell’ultimo decennio però c’è stato un proliferare di noccioleti e in alcune zone è diventato una monocoltura. E come ogni monocoltura è fonte di problemi non indifferenti, perché impoverisce l’ambiente e concentra acari e parassiti tipici di quella pianta, visto che questi ultimi trovano un’immensa “dispensa” per proliferare. La presenza massiccia di “nemici” della pianta induce gli agricoltori a usare insetticidi, che impoveriscono a loro volta la biodiversità e, in più, decimano anche insetti benefici come le api. Così facendo, si crea un circolo vizioso da cui è difficile uscire.
Nella mia inchiesta sul legame tra uso dei pesticidi e intossicazione delle api, ho conosciuto anche degli apicoltori detective, in Piemonte: analizzano api morte, cera, polline e miele per risalire ai pesticidi che stanno decimando migliaia di specie di insetti. Poi sono stato in Friuli, dove la magistratura ha sequestrato i terreni di oltre 250 aziende agricole con l’accusa di danno ambientale per l’abuso di pesticidi. Storie sconosciute, e vi assicuro che i colpi di scena non mancano.
E i cambiamenti climatici?
Date le loro dimensioni ridotte e il fatto che volano dappertutto, le api sono vere e proprie sentinelle di quel che accade nell’ambiente che ci circonda. Appena si verifica un’alterazione sono le prime a farne le spese. I cambiamenti climatici, infatti, stanno modificando il ritmo e la qualità delle fioriture degli alberi e nei prati. E così capita che in pieno giugno le api non abbiano fiori da bottinare, oppure i fiori non hanno nettare o ne abbiano in quantità minore. Senza fiori o senza nettare sono ridotte alla fame. Tant’è vero che l’apicoltore a volte è costretto a somministrare agli insetti acqua e zucchero per permettere loro di nutrirsi.
Però le api non solo le uniche a soffrire: una pianta che non propaga il suo polline non riesce a riprodursi, e in natura la riproduzione è essenziale per perpetuare il ciclo della vita. E non sono solo le fioriture modeste o tardive ad avere un impatto negativo: anche gli inverni miti disorientano e creano danni.
Nel tuo libro dedichi ampio spazio ad un alimento prezioso, il miele
Sì, è anche un libro decisamente goloso. Il bello dell’Italia è che ha una tale ricchezza di ambienti che ci sono quasi 40 diversi tipi di miele: dal millefiori dei pascoli alpini a quello di timo in Sicilia. Tanto che esistono i sommelier del miele. Sorpresi? Sono donne e uomini che sanno riconoscere tutti i vari tipi di miele e come abbinarli ad altri cibi. Ci sono mieli che si abbinano meglio con le carni, altri si sposano con i formaggi. È un alimento molto interessante e versatile, anche se tutto sommato poco conosciuto.
-
5% sconto
Io sto con le api
Dario Paladini 7,99 € – 11,40 € Scegli
Vuoi rimanere aggiornato sulle novità della collana Ecofficine?
Iscriviti alla nostra newsletter