Pareti che richiamano i colori del logo (giallo intenso e verde acqua). Scaffali che raccolgono un catalogo pensato e ragionato per seguire tutto il percorso di crescita dei piccoli e giovani lettori, da 0 a 16 anni.
Oltre ai libri, un fornito reparto di giocattoli e uno di cartoleria, e lo spazio per ospitare un ricco calendario di incontri, dai laboratori di lettura ai corsi di formazione.
Emanuela, dicci di te, che sei il volto di Unicorni di carta
Una “giovane” quarantenne che ha studiato filosofia e marketing e che poi nei libri per l’infanzia ha trovato quel “bello” del quale è sempre andata in cerca.
Chiudi gli occhi e torna a quando avevi 7 anni: com’eri, cosa ti piaceva leggere?
Volevo fare la scrittrice, il mio modello era Jo Marche e leggevo un po’ di tutto, dai classici a libri rivoluzionari, per quegli anni, e non prettamente per bambini. Ricordo che ho voluto per forza che mi comprassero Volevo i pantaloni di Lara Cardella. Ho anche scritto un libro, richiamando quel titolo: Volevo gli occhiali da sole, i famosi Ray Ban che mio papà non mi comprava.
E poi ho adorato Matilda, scoprendo, con Roald Dahl, quanto leggere potesse essere un momento di grande allegria.
Raccontaci quand’è che hai deciso di diventare libraia
Potrei mentire e dire che era il mio sogno di bambina, ma ho già detto che a 7 anni volevo fare la scrittrice. C’è una cosa, però, che ho sempre saputo: volevo stare in mezzo ai libri. Alla fine l’importante per me è sempre stato quello. Che li scrivessi, li leggessi, li editassi (ho collaborato anche con una piccola agenzia letteraria) poco importava, purché me ne sentissi circondata.
Un giorno, ho letto un articolo che parlava delle librerie per ragazzi e mi è arrivata l’illuminazione. È stato come se stessi lavorando a quel progetto da sempre: lo vedevo nitido nella mia mente. Sei mesi dopo, il 17 settembre del 2016, ho inaugurato Unicorni di carta.
Perché Unicorni di carta?
Volevo che nel nome ci fosse la parola carta, quella carta stampata che mi ha sempre accompagnata nella vita; ma volevo anche che il nome parlasse ai bambini e alla loro fantasia. L’ho spiegato a mia figlia, che allora aveva 6 anni. È stata lei a trovare il nome, mi è sembrato subito perfetto e non ne ho valutati altri.
Cosa stai facendo in questa situazione di emergenza?
Sto pensando ai giorni passati, ma anche al domani. In pochi mesi ci siamo accorti che tutto può cambiare all’improvviso ed essere messo in discussione. Sto riflettendo molto su come il concetto di libreria debba essere rivisto per resistere, anche nei momenti difficili, pure quando vengono a mancare certezze come le collaborazioni con le scuole, i laboratori e le feste di compleanno. Oltre ad aver aggiunto servizi come le consulenze online e la consegna a domicilio, sto riflettendo molto su come rendere questo cambiamento duraturo, non legato all’emergenza ma, come dicevo, ad una nuova concezione di libreria che vada al di là del negozio fisico e abbia come obiettivo quello di essere vicina alle persone, anche nella distanza.
La giornata più speciale in assoluto della tua libreria
Non è facile identificarne una sola, ma scelgo il giorno della riapertura dopo l’emergenza. In quel momento, mi sono davvero resa conto di aver costruito, in 4 anni di attività, qualcosa di grande. Sono stata letteralmente travolta da messaggi di affetto, ordini, richieste, amore.
Se fossi un libro di Terre di mezzo saresti…?
Cane nero! Perché questo lavoro ora più che mai è pieno di difficoltà che sembrano enormi e insormontabili, ma se affrontate con passione e coraggio diventano quasi amiche, una parte di questo meraviglioso viaggio.