Il giudice del tribunale minorile di Venezia, per la prima volta in Italia ha accolto il cammino di Santiago de Compostela come messa alla prova di un ragazzo “difficile” sottoposto a processo:
Un italo nordafricano problematico e ribelle. Famiglia difficile, vita sregolata, dipendenze a carico lo portano, quindicenne, davanti al banco degli imputati. Poi arrivano le relazioni dei servizi coinvolti e il dialogo con il ragazzo» racconta l’iter Isabella Zuliani, presidente dell’associazione veneziana, l’unica in Italia impegnata a sostenere i ragazzi fragili con lo strumento del cammino. Una formula alternativa al percorso giudiziario che permette di annullare il procedimento in corso. Non un’assoluzione, non uno sconto di pena, ma un reato derubricato dal giudice. Se il magistrato dirà di sì, il giovane padovano sarà riscattato di ogni torto causato alla collettività. Non ci credeva nemmeno lui quando, ormai ventiduenne si è infilato le sneakers e si è intascato quel patto scritto piegato in quattro. Lì le regole nero su bianco: niente alcol, niente stupefacenti, niente smartphone, meno di 40 euro giornalieri da spendere per rimediare un letto e qualcosa da mettere nello stomaco. E la promessa di arrivare fino alla fine.
Il Corriere del Veneto 24 luglio 2018
Dai social network ai social trekking, titolava già qualche anno fa una inchiesta pubblicata su Terre di mezzo street magazine:
Il pellegrinaggio a piedi come parte del progetto di recupero di detenuti.sulla scorta di iniziative simili realizzate con i minorenni in Belgio e in Spagna, nel 2011 un piccolo gruppo di carcerati si è messo in cammino sulla Francigena percorrendo 168 chilometri, da Radicofani a Roma, insieme a due camminatori professionisti. Al progetto, il primo di questo genere in Italia, realizzato grazie alla collaborazione tra la Confraternita di San Jacopo di Compostella, la Casa di Reclusione di Rebibbia e il Tribunale di Sorveglianza della Capitale, ha preso parte come guida anche Monica D’Atti (coautrice della Guida alla Via Francigena. Terre di mezzo): “Insieme a noi c’erano un truffatore, due omicidi e due rapinatori seriali. Tutti hanno saputo accettare di buon grado questa sfida, per loro nuovissima, magari affrontata anche con un equipaggiamento scadente”.
Andrea Rottini – Terre di Mezzo Marzo 2013
Bernard Ollivier, giornalista in pensione, ultrasettantenne, ha iniziato a camminare per sconfiggere la depressione «Mia moglie era morta da poco e io, senza il lavoro, cominciai a sentirmi inutile arrivando a tentare il suicidio prima di cominciare la mia lunga marcia», racconta Ollivier che quella marcia l’ha raccontata nel libro “ “La vita comincia a 60 anni. Una strada per ricominciare” (Terre di mezzo editore). «Se ha funzionato con me, perché non dovrebbe funzionare con altri», si è chiesto, e dalla sua esperienza è nata l’associazione Seuil che usa il trekking come strumento educativo per i minori che hanno già avuto a che fare con la giustizia.