“Finché non finisce il processo, non posso accedere al fondo antiracket”. Loreno Tetti riapre, ma con l’autonegozio di un amico. Ha dovuto chiedere un prestito ad amici e conoscenti per ricomprarsi un usato, da 4mila euro. Per quanto sia considerato un testimone di giustizia, però, è obbligato ad aspettare la fine del procedimento penale prima di poter ricevere dallo Stato un risarcimento per i danni subiti. “Sto tribolando per trovare i soldi e ricominciare”, spiega.
Il suo negozio è bruciato nlla notte tra il 17 e il 18 luglio perché non voleva pagare il pizzo degli ambulanti: “Mi chiedevano 1.500 euro al mese”, ricorda. Gli estorsori appartenevano alla famiglia Flachi, un importante clan che aveva sotto controllo tutta la ristorazione ambulante. “Ho avuto problemi quando ho cominciato a vendere fuori dalle discoteche“. In quel mercato non ci si potevano essere estranei alla famiglia. Ha pagato la sua denuncia prima con le quattro gomme tagliate, poi il fuoco appiccato nella notte. “D’altronde ero l’unico calabrese”, ricorda.
Il marciapiede davanti a via Celoria 16 è stracolmo di studenti e comuni cittadini. Saranno circa un migliaio e sono tutti in fila di fronte all’autonegozio di Loreno Tetti. L’affluenza è talmente alta, che alle 14 circa non ci sono più panini. Ci sono studenti di Libera, altri del sito Stampoantimafioso.it. E poi ci sono gli universitari che ogni giorno frequentano le aule della Facoltà di Fisica dell’università Statale.
“Abbiamo predisposto un’attività di sorveglianza sia visibile che invisibile per dare un segnale pubblico della della nostra presenza – dichiara l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli -. Vogliamo far sapere che proteggiamo i commercianti che compiono il loro dovere di denunciare”. Rompere l’omertà è un imperativo per l’amministrazione milanese. Non è solo la ristorazione ambulante, ma tutto il cormparto del divertimento che desta preoccupazioni: “Vogliamo dare un segnale della presenza istituzionale ai gestori di locali che lavorano in area Navigli e Corso Como, anche come prevenzione rispetto alle infiltrazioni”, commenta l’assessore. Questo il messaggio che Palazzo Marino intende lanciare alle vittime: “Dietro chi denuncia, c’è tutta la città”, conclude Granelli.
A dare sostegno al “chiosco antimafia”, arrivano anche l’assessore TrasportiPierfrancesco Maran, il presidente onorario di Libera Nando Dalla Chiesa e il presidente della Commissione antimafia David Gentili. “Abbiamo proposto al signor Tetti di portare il suo furgone nella caserma dei Vigili urbani durante la notte”, spiega Gentili. Una misura adottata per evitare nuove intimidazioni, anche se Tetti continua a chiedere una telecamera, il modo migliore secondo lui per sorvegliare l’attività.
Scritto da Lorenzo Bagnoli pubblicato il 10.09.2012
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