Violetta Urlavento è un fantasy, ma anche un romanzo di formazione, che racconta le sfide da affrontare e il coraggio che serve per non soccombere e per cambiare la direzione delle cose. Questo potente sentimento non nasce da solo, e nessuno può donarlo a Violetta; si genera dentro di lei man mano che affronta le avversità e le supera, si alimenta della sua curiosità e voglia di fare la differenza, della sua determinazione.
Violetta è una ragazzina in fuga da una realtà difficile e da un padre violento. Con la mamma e il fratellino si rifugia in una vecchia casa abbandonata, ma quando il padre li raggiunge di nuovo, deve trovare un modo per sfuggire ancora. Per farlo, crea un mondo dove nascondersi: il Giardino Selvaggio. È “immergendosi” in quel luogo “magico” che vivrà intense avventure e farà nuove scoperte, insieme al suo cane Pavel.
Nel Giardino Selvaggio ci sono tantissime strane creature e prove da superare. Violetta è determinata ad affrontare ogni ostacolo e ogni paura per non restare intrappolata dove non vuole stare. Presto realizza che è proprio lei che deve salvare il Giardino Selvaggio e le sue creature da una forza Distruttrice, e lo farà con entusiasmo e senza paura, divertendosi e senza arrendersi mai:
“Violetta si sentì in imbarazzo. In tutta la sua vita nessuno l’aveva mai trattata come una persona importante… In un primo momento pensò che ci fosse un errore: quella gente l’aveva scambiata per qualcun altro. Eppure, dentro di sé , le sembrava naturale. Le parole di Mirtillo trovavano nel suo cuore un’eco potente. Per quanto incredibile potesse apparire, ebbene sì, quello era il suo posto e lei aveva un ruolo da svolgere lì dentro. Un compito importante, addirittura. Per la prima volta in vita sua qualcuno
le dava fiducia.”
È forse grazie a questa fiducia iniziale, una fiducia inaspettata e incondizionata, che Violetta trova dentro di sé il coraggio e la voglia di meritarla ogni volta, sfidando le avversità del grande prato. Riesce a creare
alleanze che la aiutino nei suoi obiettivi e nelle sue battaglie, a sfidare l’incertezza e la paura, e ad attraversarle con una certa dose di coraggio.
In queste pagine ricche di eventi incredibili e innumerevoli battaglie, Violetta impara ad affrontare paure e incertezze. Ogni piccolo successo, ma anche ogni sconfitta, sono nutrimento per la sua fiducia,
una fiducia che grazie allo sguardo benevolo e accogliente degli altri può intuire, ma che soltanto lei stessa, con il suo impegno, la fatica, gli sbagli, e un sorriso, può coltivare e far crescere dentro di sé, affinché metta radici profonde e non vada più via.
Possiamo ritrovare in Violetta quello che, negli Anni Sessanta, alcuni ricercatori hanno dimostrato con un esperimento svolto in una scuola elementare in California: il cosiddetto “effetto Pigmalione” o “effetto Rosenthal”. Un insegnante che crede in modo speciale e investe su un certo studente, otterrà da questo un maggiore impegno, infonderà una dose di fiducia che darà luogo a quella che possiamo dire una “profezia che si autoavvera” ma che, in realtà, è molto di più, è quello che succede a ognuno di noi, è la fioritura che si innesca dal semplice fatto di essere guardati e trattati con fiducia e amore.
Infatti, se il coraggio e la fiducia possiamo coltivarli soprattutto in autonomia, nutrendo noi stessi un po’ ogni giorno, con pazienza e con cura, è necessario, a volte, che qualcuno ci permetta di farlo, e ci lasci immaginare come vorremmo e potremmo essere senza le nostre paure, o comunque con la capacità di affrontarle e superarle:
Quello che più conta non è non provare paura, ma essere determinati ad affrontare e attraversare la paura stessa.
L’importanza di trovare qualcuno che crede in ciò che sei e in quello che vuoi e puoi diventare: questo ci lascia impresso dentro, la storia di Violetta.
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