L’estate più bella, albo di Delphine Perret (tradotto da Maria Bastanzetti), contiene esattamente quello che la copertina promette: un forte legame, un tempo concesso al godimento della presenza delle persone più care, la silenziosa felicità che nasce dal contatto con la natura e con le piccole cose che compongono il palcoscenico della vita. Noi lettori diventiamo silenziosi compagni di una storia dolce, lineare, fatta di piccole grandi avventure, dove l’accento è sulla parola “insieme”.
Una mamma e il suo bambino, nella casa d’infanzia di lei. Giorni che si susseguono e che vengono dipinti nell’albo con pennellate lievi, come “soffiate” da un vento dolce fatto di incontri, di ricordi e amore. Momenti colmi di tenerezza, dove ogni mamma rivedrà il riflesso del proprio figlio.
Sperimentiamo nei dialoghi tra i due protagonisti le diverse dimensioni del tempo:
«Sei pronto?»
«Si!»
La percezione del tempo, in estate, si trasforma. Il tempo si piega, si espande e si restringe. Inspiegabilmente, scorre in modo diverso dal resto dell’anno. I minuti danzano e si fermano tra le dita che raccolgono un sasso. I secondi diventano ore su quella tovaglia dove restano crosticine di pane come tracce di colazioni lente, consumate pigramente tra le chiacchiere.
Gli attimi diventano infiniti nelle passeggiate senza meta. Il tempo si allunga sullo sfondo di un tramonto e si accorcia nella corsa verso casa.
«Ascolta!»
«Cos’è?»
«Un picchio verde.»
Le pagine illustrate si muovono in sequenza come delle vecchie diapositive. Tutto scorre ad un ritmo naturale. Il testo libero, composto da frammenti di dialogo, crea l’illusione che le voci siano ad un passo di distanza dal lettore che, così, diventa privilegiato ascoltatore di conversazioni semplici, ordinarie e nello stesso tempo le più vere e intime.
In questa estate bella si fa il bagno nei ricordi, nei dialoghi ciarlieri e nei silenzi pieni di significato, nel relax totale che si prova nella vita all’aria aperta. Una narrazione capace di regolare il respiro affannoso della vita che conosciamo in città. Il verde sprigiona ad ogni sfoglio il profumo degli alberi di montagna.
Le illustrazioni contengono lo stile minimalista del disegno degli oggetti e, per contro, la maestosità della natura che deborda dalle pagine. Al lettore arriva in maniera vivida tutta la linfa della natura, con i suoi aromi, misteri, ricchezze e opportunità.
Il tempo lento testimoniato in questo albo è qualcosa di necessario. È il tempo naturale del sole e della luna. Un tempo a ritmo di bambino.
Le giornate trascorse a passeggiare, osservare il cielo, raccogliere sassi e foglie, finalmente liberi dalla perenne fretta dettata dalla quotidianità cittadina, ridonano pace ed equilibrio. I momenti di tempo non programmato sono un prezioso invito ad appoggiare lo sguardo sulle meraviglie dell’ordinario:
«Che cosa fai?»
«Salvo un’ape!»
«Tieni, usa il cucchiaio, così ci sale sopra.»
La mamma che guarda con gli occhi del bambino, e il bambino che entra nelle immagini prodotte dai ricordi della mamma.
L’estate più bella, quella da trascorrere insieme a passo lento.
Vuoi rimanere aggiornato sulle novità della collana Acchiappastorie?
Iscriviti alla nostra newsletter