Mamma, mi racconti una storia di mostri?
Mamma, ma i mostri vivono nell’armadio?
No, Dora: i mostri non esistono davvero. Vivono solo nelle storie, nella nostra fantasia, nei disegni, e solo per giocarci un po’.
Mamma, mi leggi un libro con i mostri?
Terrore. Il mio istinto prende il sopravvento: “Mostri? Ha detto mostri? Perché? Non ha paura? E poi, chissà come farà ad addormentarsi questa sera?!”
A parlare è la parte di me più protettiva, che ogni madre possiede; ma con una rapido colpo di coda la metto a tacere. So perché Dora mi sta chiedendo di raccontarle storie con i mostri. Ha paura? Certo! Ma ha già capito: le paure vanno affrontate. E in questo momento mi sta chiedendo semplicemente di darle una mano, di sconfiggerle insieme. I bambini sanno stupirci, sempre.
Allora prendo Scritto e illustrato da me, di Liniers, un libro a fumetti disegnato meravigliosamente, con due diversi tratti grafici, entrambi efficaci: uno più classico per la cornice, l’altro più infantile, pastelloso e coloratissimo per la storia di Emily. Il racconto è avventuroso e divertente. È quello che ci vuole! La protagonista, Enrichetta, è una bambina eccezionale: coraggiosa, creativa, portentosa. Ha compreso il magico potere del processo creativo e le sue potenzialità di auto-aiuto.
Iniziamo a leggere il libro.
Enrichetta ha deciso di utilizzare le sue nuove matite colorate per disegnare una storia a fumetti: ci introduce subito Emily e il suo inseparabile amico doudou, Preferito.
Poi entra in scena il mostro a tre teste e due cappelli… Ed è davvero pauroso! È buio! Ci sono dei rumori! È tutto talmente spaventoso che Enrichetta, mentre inventa e disegna, si spaventa da sola: «AAAAAAAAA!», grida.
L’invenzione del terzo cappello da cercare per la terza testa del mostro è davvero esilarante e l’armadio costruito a Narnia — un’immensa boutique labirinto con abitanti annessi — fa da sfondo a un viaggio spassosissimo. Ricordiamoci sempre che
l’ironia è un’ottima difesa contro la paura, la prima che possiamo usare con i nostri bambini nei momenti di timore
Dora intanto osserva ogni disegno, studia ogni vignetta con gli occhi sgranati. Ed eccoci arrivare alla fine della storia, in cui il mostro a tre testa è diventato adorabile e lascia persino un regalo alla sua compagna di avventure.
Quando finiamo di leggere il libro, Dora esclama: Mamma, anch’io voglio disegnare i mostri!
Ci mettiamo subito all’opera.
Quando ognuno termina il proprio disegno del mostro, li osserviamo insieme: il mostro di Dora è di gran lunga più pauroso del mio che, in confronto, diciamocelo: somiglia più a un Barbapapà.
Ancora una volta l’inconscio ha agito per proteggere la mia bambina, eccedendo.
Lei evidentemente non ne ha bisogno, infatti mi ammonisce:
Mamma, deve fare pauraaaa!!
Hai ragione Dora, il tuo è un mostro migliore, mi impegnerò di più.
Forse ora vi starete chiedendo:
Perché i libri sui mostri sono terapeutici?
Perché invitano i nostri bambini a esplorare i loro timori più profondi: il buio, la notte, l’ignoto.
Perché ho scelto Scritto e illustrato da me?
Perché oltre ad affrontare il tema dei mostri, ha una splendida cornice che racconta perfettamente ciò che accade durante il processo creativo: l’entusiasmo di un nuovo inizio, le paure che si incontrano, il loro superamento, il coinvolgimento emotivo, il dubbio su come poter terminare la storia o l’opera.
Tutto in perfetto stile arteterapeutico.
Parliamoci chiaro: potremmo benissimo non comprare nessun libro di mostri e non nominarli MAI ai nostri bambini.
Ma cosa concluderemo? Nulla.
Li incontreranno comunque, nei loro incubi o a scuola.
Con il rischio di trovarsi sprovvisti degli strumenti necessari per fronteggiare la paura e sconfiggerla.
Quindi? A noi, mostri!
Ps: Mostri, sono talmente affezionata a voi che spesso porto nelle classi una cartellina in cui ho raccolto molti disegni che vi vedono protagonisti. E una delle attività che realizziamo con i bambini e i ragazzi è trovare e inventare storie meravigliose: proprio come quella creata da Enrichetta!
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