MILANO – Hanno voluto dare l’esempio. Visto che sulle pagine del loro giornale raccontavano i disastri provocati dal gioco d’azzardo, hanno pensato che sarebbe stato più coerente rinunciare alla pubblicità che arriva da questo settore. Una scelta non indolore, per Il Cittadino di Monza e Brianza e L’Eco di Bergamo, storici quotidiani locali. “Ci perderemo circa 50mila euro all’anno -spiega Giorgio Bardaglio, direttore del giornale brianzolo -. Ma abbiamo ricevuto mail e lettere di sostegno da tanti lettori e sindaci”.
In un periodo in cui anche l’editoria attraversa una crisi profonda, la decisione di questi due quotidiani non è da poco. Chissà se altri avranno lo stesso coraggio. Nel 2012 le società che gestiscono il gioco d’azzardo, infatti, hanno investito 84,3 milioni di euro di pubblicità sui mezzi d’informazione italiani: 60 milioni per gli spot televisivi, 10 su internet, 9,9 sui quotidiani, 3 sulle radio e 1,4 sui magazine. Un gruzzoletto che fa gola, anche se rispetto al 2011 c’è stato un calo dell’8,7%, più contenuto rispetto ad altri settori industriali, visto che in generale la pubblicità sui mass media è diminuita del 14,1%. I dati sono stati rielaborati dall’associazione Utenti pubblicità associati (Upa) per l’agenzia di stampa Redattore sociale, che li ha resi noti oggi.
Malgrado si abbia l’impressione che le pubblicità sul gioco d’azzardo siano predominanti, rappresentano in realtà solo l’1,2% di tutte quelle che compaiono sui mass media. E se il 50% delle pubblicità riguardano soprattutto i giochi numerici come il lotto o l’enalotto, il 30% mira a promuovere i siti internet dell’azzardo e il 20% le lotterie istantanee come il gratta e vinci.
A sorpresa, l’unico media su cui c’è stato un aumento delle pubblicità dell’azzardo nel 2012 è stata la carta stampata, che ha raccolto 900mila euro in più rispetto all’anno precedente. Per gli altri un calo generalizzato: Tivù (-6 milioni), internet (-3milioni), radio (-800mila euro) e magazine (-700mila).
Testo: Dario Paladini 5.06.2013