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CIE al ribasso

Scade il 31 maggio il bando di gara per aggiudicarsi la gestione del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di via Corelli. Si parte da una base d’asta di 30 euro a detenuto: l’ente gestore che vuole vincere deve offrire un prezzo minore. Per garantire a tutti e 132 i detenuti (è l’unico in Italia ad avere una sezione per transessuali, ndr) assistenza psicologica, sanitaria e cibo, oltre a gestire la struttura e pagare gli stipendi del personale. Impossibile far quadrare i conti, secondo quanto affermano i Medici per i diritti umani (Medu), l’associazione romana che a inizio maggio ha pubblicato un report sulla situazione dei Cie (“Arcipelago Cie”): “Gli enti gestori di altri centri ci hanno riferito che il minimo per offrire servizi di base sono 41 euro a persona. Il 60 per cento del costo va per il personale a cui si aggiungono almeno 3,50 euro per il pasto. Con questi prezzi resta solo la gabbia”, dichiara Alberto Barbieri, presidente di Medu. Ma questo non scoraggia la Croce rossa italiana provinciale di Milano: il presidente Antonio Arosio fa sapere che l’organizzazione, gestore uscente del centro di detenzione per immigrati irregolari, si presenterà di nuovo. Ma non si sbilancia sulla questione finanziaria: “”Non è compito del presidente dare risposte della copertura finanziaria – risponde Arosio -. È prematuro discuterne: aspettiamo di capire come andrà il bando”. Risponderà il 5 giugno, il giorno dopo l’assegnazione dell’appalto. “In caso di vittoria, non faremo subappalti”, dichiara Arosio. Tutti i sette operatori diurni e i tre notturni saranno interni alla Croce rossa. Stesso discorso per chi si occupa del sostegno psicologico: “Per noi non è nulla di nuovo – prosegue il presidente della Croce rossa milanese, riferendosi all’importanza di questo sostegno enfatizzata anche nel bando dalla Prefettura -. Il sostegno di questo tipo è fondamentale, sono anni che lo facciamo”. Resta il fatto che l‘ultimo contratto di Croce rossa prevedeva 60 euro per ogni trattenuto e fino al 2008 la diaria era di 74 euro ciascuno. “Mi chiedo come sia possibile pagare un servizio psicologico così avanzato (devono occuparsi di vittime di tratta, persone con disturbi psichiatrici), i pasti, la mediazione culturale e il servizio di assistenza sanitaria 24 ore su 24 con meno di 30 euro a persona”, ragiona Ilaria Scovazzi, responsabile immigrazione di Arci Milano.

Il bando emanato dalla Prefettura di Milano per la gestione del Cie di via Corelli prevede un contratto triennale, non rinnovabile, che decorre dal 1 ottobre 2013.Nel caso in cui il bando vada deserto, per i primi tre mesi la gestione è affidata all’ente gestore uscente, con un compenso che non può superare quello mensile stabilito nell’ultimo contratto. Tra le clausole, è prevista una possibile rescissione se per trenta giorni i detenuti di via Corelli saranno meno di 66. Altro punto stabilito dalla Prefettura è la pubblicazione di un report bimestrale sulle prestazioni concesse dal Cie, il numero di presenze e di personale impiegato.

L’asta al massimo ribasso nasconde delle insidie, come insegnano gli altri centri d’espulsione d’Italia. Perché al risparmio sulla diaria corrisponde un taglio dei servizi. Un esempio: al Cie di Modena, gestito dal 1 luglio da L’Oasi, un consorzio di Siracusa che ha vinto la gara al massimo ribasso proponendo un prezzo di 29 euro a detenuto, i lavoratori non percepiscono lo stipendio da aprile. La Cgil di Modena denuncia che solo una mensilità fino ad oggi è stata pagata per tempo. Il 10 maggio la garante per i detenuti dell’Emilia-Romagna Desi Bruno ha visitato la struttura. E il bilancio è stato impietoso: manca l’assistenza psicologica, è a rischio quella sanitaria e il cibo è insufficiente per tutti i detenuti. Stesso discorso a Bologna, dove i problemi erano evidenti già sotto la gestione della Confraternita di Misericordie: “C’erano già delle criticità, tutte accentuate con la riduzione del budget – puntualizza Alberto Barbieri, presidente di Medu – . La drastica riduzione di bilancio (a Bologna si è passati da un costo di 69 euro a trattenuto ai 28,5 di oggi, ndr) ha tolto i requisiti minimi di vivibilità alla struttura”. Dalla sua ultima visita, il Medu evidenzia una pressoché totale assenza di spazi ricreativi e una totale inadeguatezza delle celle. Problemi analoghi a Milano, come sottolinea il rapporto Arcipelago Cie dei Medici per i diritti umani. Per di più, nel capoluogo lombardo non esiste nemmeno un presidio sanitario interno al Cie e pure la convenzione con i presidi dell’Asl è ormai conclusa.  

Redazione: Lorenzo Bagnoli, 30.05.2013

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