Valeria Docampo nasce a Buenos Aires, in Argentina, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e ottiene un diploma in graphic design. Dal 2006 si dedica all’illustrazione di libri per bambini.
Quali sono state le tappe fondamentali della tua carriera?
Da dove comincio… Sul piano professionale, ho l’impressione che tutte le tappe siano decisive e che ogni libro sia una grande sfida. Tutto è cominciato nel 2008, quando abbiamo realizzato La grande fabbrica delle parole. All’epoca non parlavo una parola di francese e ho dovuto farmi aiutare per poter capire il manoscritto. Il caso della vita ha poi voluto che oggi io viva a Parigi e abbia una bambina di nazionalità francese.
Poco dopo l’edizione di questo libro, Agnès mi aveva inviato un manoscritto intitolato La piccola tessitrice di nebbia. Ho lavorato a intermittenza su questo libro per quasi 9 anni. Durante tutto questo tempo, ho cercato il modo di raccontare questa storia che, a mio parere, è il miglior testo che abbia mai ricevuto in tutta la mia carriera. Amavo così tanto questa storia che a un certo punto ho quasi pensato che non avesse bisogno delle mie illustrazioni e che potesse essere pubblicata senza immagini. Credo che dopo la nascita di mia figlia una parte della mia nebbia si sia dissipata, permettendomi di capire come illustrare questo libro.
Raccontaci, se c’è, qualche aneddoto collegato alle tue opere.
Quando ho lavorato sull’albo Domani inventerò è stato un momento speciale della mia vita, durante il quale dovevo superare la mia paura di diventare madre. Il padre di mia figlia dice che questo libro è pieno di riferimenti alla maternità. Anche se non è stato voluto, penso proprio che abbia ragione.
L’anno prossimo festeggeremo i 10 anni della prima pubblicazione de La grande fabbrica delle parole. Da quel momento ho ricevuto centinaia di mail da tutto il mondo con alcuni aneddoti, per esempio delle persone avevano scelto le parole “ciliegia, polvere, sedia” per dichiarare il loro amore.
Qual è il tuo prossimo progetto?
Attualmente sto lavorando a un albo tratto dal balletto “Il lago dei cigni” per il New York City Ballet. Inoltre ho una grande sfida per il 2019: realizzare Alice nel paese delle meraviglie per la casa editrice Alice Jeunesse.
(Fonte: Je dirais même plus magazine, 3ème trimestre 2018)