Chiudi

Ricerca

Ricerca

Cosa c’è nella valigia di… Chris Naylor-Ballesteros!

Un giorno arriva uno strano animale, impolverato e stanco, con una grossa valigia. La volpe, il coniglio e la gallina sono curiosi: cosa ci sarà dentro?
L’albo illustrato Cosa c’è nella tua valigia? parla ai bambini di diversità e accoglienza, ma con una chiave particolare, personalissima: un tratto e un tono inconfondibili, quelli di Chris Naylor-Ballesteros, che nel suo lavoro porta tanto del suo vissuto di genitore, come emerge da questa intervista. Buona lettura.

Chris, raccontaci di te
Ho studiato illustrazione e design al College a Bradford, un anno prima di trasferirmi in Francia, nel 2000. È stato un corso breve ma intenso, che mi ha davvero aperto molto la mente e mi ha dato tanti stimoli su come pensare in modo più immaginifico alla comunicazione visiva. In Francia, per un po’, ho fatto l’insegnante di lingua inglese, prima di lavorare per un giornale e una rivista, occupandomi di impaginazione e, occasionalmente, di fumetti e illustrazioni. È stata un’esperienza fantastica per imparare la tecnica della composizione di un testo e un’immagine in pagina. Il foglio di un giornale deve essere pieno e nel contempo risultare bilanciato agli occhi di chi legge; invece, nei libri illustrati abbiamo il lusso di gestire spazi vuoti a piacimento, il che è una fantastica opportunità per un graphic designer. 
Ho poi lavorato nel dipartimento di comunicazione di una grande azienda, per lo più realizzando poster e occupandomi dei layout di volantini e brochure. È stato noioso, ma pur sempre una esperienza di apprendimento. Ed è li che ho compreso che dovevo costruire qualcosa di mio, o sarei impazzito. Ho provato a procurarmi lavori da illustratore freelance, ma con poco successo. A quel tempo i miei figli erano piccoli, e ho capito che amavo gli albi illustrati che compravo e leggevo per loro. Mi piaceva davvero tanto analizzarli, capire come e perché funzionavano (o, al contrario, non funzionavano per niente), e ho deciso di realizzarne uno io, all’inizio solo per me e i miei bambini. Mi ci è voluto un anno, e non è mai stato pubblicato, ma è stato un buon inizio e mi ha permesso di trovare un agente.

Come riesci a combinare la scrittura e il disegno?
Sono spesso due cose separate, ma a volte l’una ispira l’altra. Di solito scrivo piuttosto velocemente; la parte più difficile è prima, quando cerco nella mia testa una storia che funzioni, prima ancora di pensare alle parole che la rappresenteranno. Quindi quello che accade è che quando un’idea diventa una storia, e poi forse anche un libro, allora scrittura e illustrazione vengono poi perfezionate, per completarsi nel miglior modo possibile, perfino nella singola parola o nella punteggiatura, o nelle piccole modifiche di un occhio o di un abbraccio, per esempio. Penso che lo stile della mia scrittura negli albi illustrati sia piuttosto semplice e lineare, senza molte descrizioni o una prosa esuberante. Mi piace comunicare la storia con le immagini, nel modo più diretto possibile.

Ora raccontaci di “Cosa c’è nella tua valigia?”: come è nato, le tecniche usate, come hai scelto i personaggi, il significato della storia.
Cercavo di trovare una storia che riguardasse il tema della “casa”, e pensavo a una formula leggera e divertente, che potesse accordarsi al tono dei miei due libri precedenti (“I’m Going To Eat This Ant” e “I Love You, Stick-Insect”). Ho fatto fatica a trovare qualcosa che funzionasse e, mentre scarabocchiavo e facevo schizzi, ho disegnato un animale con lo sguardo spaventato, che stava correndo e tenendo una valigetta sopra la sua testa, per proteggersi. Mi sono venuti in mente un sacco di pensieri: perché stava correndo e da chi? Cosa c’era nella valigia? Dove stava andando e chi poteva incontrare lunga la strada? A quel punto la storia è venuta fuori abbastanza velocemente, proprio attraverso le risposte che immaginavo potessero avere alcune di queste domande. Un collegamento rimane, con i miei lavori precedenti: in tutti c’è un personaggio principale che sembra sognare o immaginare cose assurde, mischiando realtà e fantasia. Questa storia però è meno scherzosa e molto più emotiva delle altre. All’inizio, non mi sentivo assolutamente in grado di scrivere del viaggio di un migrante, o parlare di ciò da cui fugge. Sapevo però di poter più facilmente narrare le reazioni e i comportamenti di chi lo avrebbe incontrato. Volevo che i personaggi rispondessero come avremmo fatto noi nella vita reale. Pensavo che fosse importante che non ci fosse un “eroe” o un grande atto eroico. Tutti i membri del gruppo commettono errori o comunque sono incerti sul da farsi. Hanno opinioni diverse e sono in disaccordo, ma per fortuna riconoscono i loro sbagli e provano a riscattarsi in modo molto pratico, nel loro piccolo, come possono effettivamente farlo.
Questo tema oggi è trattato come un problema, o perfino una crisi, nella nostra relativamente benestante Europa. Ma se si pensa alla reale catastrofe di qualcuno che deve lasciare la propria casa con niente in mano, la nostra così chiamata “crisi” nel ricevere e provare a trovare una sistemazione a queste persone non è comparabile. La situazione non cambierà presto, quindi dobbiamo reagire con più immaginazione e meno istinto. Penso che tutti noi abbiamo una paura istintiva verso ciò che non conosciamo e per il diverso, sia esso un luogo, una situazione o una persona. Dovremmo provare a smettere di denigrare il “diverso”, perché non serve a niente, e provare a respingere e superare la nostra paura. Spero che anche il mio sia un contributo nel senso di incoraggiare le persone a essere più fiduciose ed empatiche. 

Diventare papà ha cambiato il tuo approccio ai libri per bambini?
Diventare papà è stato ciò che mi ha ispirato e che mi ha fatto iniziare a realizzare albi illustrati! Prima di avere figli, ero interessato all’illustrazione, all’arte e al design, speravo un giorno di lavorare per un giornale, o rivista, o comunque nel campo delle illustrazioni a scopo commerciale. Può suonare molto strano ma non avevo pensato ai libri per bambini, non era qualcosa con cui più ero molto a contatto dai tempi dell’infanzia, ed è stato solo quando abbiamo avuto nostro figlio che questo bellissimo mondo degli albi illustrati mi si è aperto. E mi ci sono tuffato a capofitto!

Descrivici lo studio in cui solitamente lavori.
Il mio studio è in una porzione di una stanza più grande, nella nostra casa. È un po’ piccolo e, di solito, terribilmente in disordine: pile di fogli di disegni ovunque, in mezzo a pennelli e matite. Di sicuro vorrò sistemarlo, prima di inviarvi una foto! Ho due scrivanie, una per il lavoro “vero”, con inchiostro, pittura, matite e carta, e una per il computer. E un piccolo scaffale con albi illustrati e libri d’arte, e disegni e appunti appesi su tutti i muri.

Hai piani per il futuro che vuoi condividere con noi? Un nuovo libro?
Sì, attualmente sto lavorando a tre libri per l’editore inglese indipendente Nosy Crow, il seguito di Cosa c’è nella tua valigia? che ho appena finito e si chiama “Out of Nowhere”, che sarà pubblicato a maggio del 2020. E stanno per uscire due libri con Andersen Press. Sono stato davvero molto fortunato ad aver ricevuto una così grande attenzione da questi editori, perché di solito quando un progetto sta per finire non sai mai a cosa lavorerai dopo, e questo crea una certa preoccupazione. È molto bello invece sapere che ci sono altri progetti già lì ad attendere, e che quindi devi solo andare avanti.

Prossime uscite

consigliato da noi

  • Iscriviti alla nostra newsletter

    Vuoi rimanere aggiornato sulle novità di Terre di mezzo?

    "*" indica i campi obbligatori

    Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.
  • Terre di mezzo

    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

Nessun prodotto nel carrello.