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A.M. Homes: ”Scrivo per comprendere il mondo”

Nel 1989 ha affidato il suo esordio a un libro scritto quando aveva 19 anni, un romanzo su di un ragazzino che scopre l’omossessualità del padre ed è costretto a reinvetarsi l’immagine e il rapporto che aveva con lui. Con La fine di Alice ha toccato il tema nero della pedofilia. In un memoir intenso come La figlia dell’altra ha messo a nudo il suo passato, raccontando, lei figlia adottiva, del suo incontro con la madre biologica all’età di trentun anni.
A.M. Homes oggi di anni ne ha quasi 48 e vive a New York, dove insegna scrittura creativa all’università.

Come – e perché – hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere quanto avevo più o meno quindici anni – e con questo intendo scrivere quotidianamente. Perché? Perché è un modo di organizzare la mia esperienza, di esaminare/comprendere il mondo intorno a me, e spesso è un modo meraviglioso per viaggiare nel tempo, per esplorare cosa vuol dire essere qualcuno di diverso da me stessa.

Quali sono, secondo te, il ruolo e la responsabilità di uno scrittore nella nostra società?
Il ruolo e la responsabilità dello scrittore… per questo citerò la mia scrittrice guida, Grace Paley, la quale diceva che la responsabilità di un artista non è diversa da quella di un idraulico o di un elettricista – il nostro lavoro è semplicemente quello di fare il miglior lavoro possibile. Che significa: credo che il mestiere di uno scrittore/scrittrice sia rispecchiare il mondo in cui vive, e scrivere libri che stimolino riflessioni e discussioni su quello che siamo e su cosa stiamo facendo. Io ho una grande scia di responsabilità sociale nel mio lavoro e nella mia vita.

Con i tuoi libri hai toccato generi letterari e temi diversi tra loro: da una storia dark e dura come La fine di Alice al romanzo per ragazzi con Jack, dai racconti a lavori più autobiografici (La figlia dell’altra) al reportage (Los Angeles). Come nasce un tuo libro? Qual è il tuo lavoro quotidiano come scrittrice?
Ogni libro è differente perché sarebbe noioso riscrivere lo stesso per sempre. Penso che tutti i miei libri tocchino i temi dell’identità, della moralità, della famiglia. Un mio libro nasce attraverso un processo di diversi anni attraverso il quale arrivo a conoscere i personaggi e che cosa rischiano e poi ne scrivo a mio modo. La mia vita come scrittrice: sono felicissima quando scrivo, e ancora più felice quando scrivo bene. Lavoro ogni giorno, tranne la domenica.

Perché hai scritto una storia autobiografica così intima come La figlia dell’altra? Perché hai deciso di condividerla con il resto del mondo?
Ho scritto La figlia dell’altra in parte per organizzare quell’esperienza per me stessa e per creare un documento che tenesse traccia degli eventi di quel periodo. Ho finito il libro e l’ho pubblicato perché avevo capito che non esisteva molto di scritto su quell’argomento e che questo libro avrebbe significato qualcosa per altri – cosa che si è poi dimostrata vera in giro per il mondo.

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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