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Luca Tortolini racconta “La vera storia della Strega Cattiva”

luca tortolini la vera storia della strega cattiva

Un personaggio immancabile nelle fiabe, la strega cattiva. Con un intero universo di significati. Luca Tortolini ce la restituisce in questo albo, scritto alla luce della sua personale esperienza: “La vera storia della strega cattiva” (illustrato da Maja Celija). Ecco il racconto, nelle parole dell’autore.

Come e perché è nato questo libro

“La strega cattiva” è il titolo di un racconto che avevo scritto qualche tempo fa. La strega di cui si parla è quella di Hansel e Gretel narrata dai fratelli Grimm. Pensando ora alle motivazioni che mi hanno spinto a lavorare su questa storia, credo che debbano risalire a quando ero piccolo e alla prima volta che mi hanno letto questa fiaba.

Iniziai a pensare e a immaginare la Strega cattiva. Ne ero spaventato, e più mi spaventava più ci pensavo.

Probabilmente tentavo di esorcizzare la mia paura, di domarla e addomesticarla.

Quando qualcosa non si conosce si tende a non considerarla nel modo giusto e la si respinge perché genera paura, perché ci fa immaginare il peggio, e non vogliamo fare i conti con la parte oscura che è dentro di noi.

Il nostro libro parla anche di questo.

Ciò che scacciamo, a volte ci ritorna contro per distruggerci, per “mangiarci”, come una vendetta che qualcuno attua contro di noi. Il mio passato a volte è tornato e mi ha fatto male. Gli errori che ho commesso, quando non ci ho fatto i conti, quando non ho provato a rimediarli mentre avrei potuto benissimo farlo, si sono ripresentati con la forza di una specie di vendetta.

Quello che Gretel riesce a fare è una cosa straordinaria. Si ribella, non subisce la Strega Cattiva, non soccombe, è attenta lucida furba, e se ne libera. Le storie, soprattutto le fiabe, ci danno gli strumenti simbolici per affrontare la vita di tutti i giorni. Ci aiutano ad affrontare meglio le sfide, i fallimenti e i dolori; anche a vivere meglio la gioia e la felicità che qualche volta può risultare infausta. La Strega Cattiva in questo caso va considerata sia sul piano metaforico che su quello psicologico.

“La vera storia della strega cattiva” è il racconto di una bambina che cresce e diventa una Strega, una vera Strega Cattiva che compie azioni tremende, mangia i bambini. Credo sia efficace che il bambino lettore (ma non solo: vale per tutti gli altri lettori) passi dall’immedesimarsi prima con la Strega e poi con i due piccoli protagonisti, Hansel e Gretel, in modo da ribellarsi e liberarsi della Strega, della parte oscura che è dentro di noi, dopo averla conosciuta, averci familiarizzato e averla compresa. Mi sembra, questo, un aspetto importante. 

Il racconto parla anche del male. Il personaggio o la persona che incarna il male (nel nostro caso la Strega) ha un passato, ha delle motivazioni profonde, ed è sempre (sono convinto di questo) influenzato e condizionato dall’ambiente, dalle circostanze, e dagli altri. Quindi, anche da noi e dalle nostre scelte.

Le straordinarie immagini di Maja Celija ci mostrano l’ambiente e gli altri, creando un’attesa. Com’è veramente, questa bambina che cresce e che gli altri additano come Strega? Ci lascia sospesi a cuocere a fuoco lento nella nostra curiosità. La Strega è come un Grande Gatsby: si parla di lei ma lei ancora non si mostra. E finalmente, quando la Strega compare, Maja non ci fa vedere i suoi occhi e il suo volto: continua a mostrarla dal punto di vista di chi non vuole comprendere gli altri, di chi ha scacciato la Strega nel bosco oscuro e non vuole guardare in faccia il dolore degli altri e la propria paura.

A chi consiglio la lettura di questo albo

È così facile distinguere i buoni e i cattivi? Ci capita mai di sentirci nei panni della strega? Domande a cui rispondere assieme ai nostri bambini (a casa, in classe). Io ho letto questo albo a scuola e sono nate delle riflessioni importanti con i bambini e le maestre.  La storia è un invito a prendersi cura della diversità, a considerare le ragioni degli altri. E viceversa, a saper affrontare anche la nostra “parte oscura”. A comprendere che le nostre azioni e parole possono escludere gli altri (e capita anche senza che ce ne accorgiamo), e hanno sempre una influenza su chi le riceve. Ad essere consapevoli che l’ambiente e le persone che ci circondano influiscono sulla nostra vita, e dunque anche le nostre scelte come società sono talvolta determinanti.

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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