Visitare la “Città del Diario”, Pieve Santo Stefano (in provincia di Arezzo) significa ripartire carichi di storie, di vite di persone mai incontrate che sentiamo vicine, che ormai ci sembra di conoscere. Pieve Santo Stefano, rasa al suolo dai tedeschi nel 1944 e poi ricostruita, è dimora dell’Archivio dei Diari e del Piccolo Museo del Diario.
Una città risorta dalle macerie che da anni ormai ospita memorie, avventure, dolori e ricordi di centinaia di persone, testi consegnati all’archivio dagli autori stessi, o da familiari o amici. Sottratte così all’oblio, le storie sono disponibili al Piccolo Museo del Diario a chiunque abbia voglia di conoscerle, attraverso testi originali, voci e immagini. Un museo interattivo in cui aprendo un cassetto, la storia prende vita e le persone un volto.
Ormai giunto alla trentacinquesima edizione, il Premio Pieve Saverio Tutino seleziona il miglior diario destinato alla pubblicazione nella nostra collana Archivio Diaristico. E, dunque, una nostra delegazione ha il privilegio di seguire dal vivo ogni anno la premiazione!
Venerdì è stato presentato e messo in scena “Se il mare finisce. Racconti multimediali migranti”, testi del concorso DiMMi Diari Migranti 2018, ed abbiamo poi conosciuto i finalisti dell’edizione di quest’anno. Racconti animati dall’esigenza di essere ascoltati perché mettono in luce problemi che riguardano il nostro presente e l’urgenza di intervenire. I giovani autori (qualcuno minorenne, gli altri poco più che ventenni), sono apparsi molto emozionati nel raccontare storie di vita che hanno visibilmente commosso noi e il pubblico.
Sabato abbiamo ascoltato alcune storie dell’archivio raccontate da scrittori, quali Paolo Cognetti, Melania Mazzucco ed Evelina Santangelo. È stato poi presentato il diario vincitore della precedente edizione: “L’inquieto navigare” di Luca Pellegrini, arrivato da noi in redazione fresco di stampa alcuni giorni fa, che parla delle avventure di un capitano di vascello dell’Ottocento.
Spettacoli teatrali hanno animato le serate: “Something about you”, testo di Francesca Garolla e regia di Alba Maria Porto e “In nome del padre” di Mario Perrotta, consulenza alla drammaturgia di Massimo Recalcati.
Domenica è stato il giorno dedicato ai diaristi della lista d’onore e degli otto racconti autobiografici, per decretare il vincitore di questa trentacinquesima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino: “Figlia del Risorgimento” di Eugenia Dal Bò, nata all’indomani dell’Unità d’Italia e morta alla vigilia della proclamazione della Repubblica, un periodo in cui il Paese si afferma come Stato nazionale. Un padre patriota dagli ideali mazziniani, che la incoraggia a proseguire gli studi, cosa che infatti Eugenia farà, laureandosi in Lettere, unica donna dell’intera università. Insegnante e studiosa di Dante, sposa un ufficiale dei bersaglieri, che presterà servizio in Africa e poi andrà al fronte. Infermiera durante le guerre, lei insieme al marito incrocerà gli eventi e i personaggi più importanti del momento storico, da D’Annunzio a Badoglio, fino a Mussolini.
Come ha detto durante le giornate del premio la scrittrice Melania Mazzucco, “il passato conta perché permette di cambiare il futuro”. Non possiamo che concludere con un invito a voi Lettori, a visitare Pieve Santo Stefano e a conoscere le storie che ospita, anche attraverso i nostri libri (collana Archivio Diaristico).
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