Mi è ben chiaro che qui si dovrebbe parlare di turismo slow, di viaggio a piedi e di lentezza come valore. Eppure, se penso agli ultimi giorni passati sul Cammino Materano, l’invito è quello di correre… Fate in fretta!, prendete un treno o un autobus e raggiungete Bari, allacciatevi le scarpe, caricate lo zaino sulle spalle, ficcatevi la guida in tasca e senza pensarci un attimo di più, mettetevi in viaggio.
Il Cammino Materano lungo la Via Peuceta è – in tre parole – un percorso bellissimo.
Si fa tutto, dall’inizio alla fine, in sette giorni: 160 chilometri in cui il dislivello praticamente inesistente (le salite vere sono al massimo un paio) e l’ottima segnaletica lo rendono perfetto anche per chi non ha mai camminato più giorni di fila.
In realtà – questo tocca dirlo – preparatevi a percorrere molti più chilometri di quelli previsti dalle tappe: consumerete le suole a furia di girare per le vie di Bari (una scoperta!), Altamura (vi dice niente il nome di Federico II?) e Gravina (scelta come set cinematografico pure dall’ultimo James Bond). Città e paesi così belli che farete fatica a staccarvi per ripartire.
In mezzo il paesaggio che si attraversa di giorno. Con gli orizzonti infiniti dell’altopiano della Murge a cui si mescolano le attività frutto del lavoro secolare dell’uomo e della natura: uliveti, muretti a secco, mandorli, vigneti… E i sapori che si scoprono la sera quando tra un “fornello pronto” a Santeramo, un padre Peppe ad Altamura e valanghe di formaggi, salumi, fritti… capirete che la dieta è rimandata al lunedì successivo.
Ma quello che rende ancor più speciale questo cammino sono gli incontri. Già sento i commenti: “ho fatto 100 cammini e da tutti mi sono portato a casa nuovi amici”. Verissimo. Sarà però che il percorso è giovane; sarà che la Puglia – terra storicamente attraversata da una moltitudine di popolazioni diverse nel corso dei secoli – ha ancora ben chiaro il valore dell’ospitalità ma qui, oltre al legame con i compagni di viaggio, la bellezza dell’incontro si manifesta in ogni momento.
Dall’anziano che incontri per caso e non può lasciarti andar via senza un mazzetto di quei finocchietti selvatici che fidati sono buonissimi; a Vito della masseria Scalera, moderna isola di Ogigia da cui anche Ulisse non sarebbe riuscito a fuggire; fino ai comitati di tappa, uomini e donne appassionati di cammino e innamorati della propria terra che non aspettano altro di farvi sentire a casa.
Credits Elisa Zenatti
Infine c’è Matera. Servirebbe un libro a parte solo per descrivere la poesia che la anima e l’attraversa. La meraviglia del mattino, con l’alba che si alza dietro la gravina; il caos del giorno con i gruppi organizzati del turismo mordi-e-fuggi (che fanno sorridere chi ci ha impiegato una settimana per arrivare fino a lì); e il silenzio della notte, con le luci delle strade che si mischiano a quelle delle stelle, confondendo cielo e terra.
Matera non cambia, che tu ci vada in auto o in treno per una visita di un giorno, resta incredibilmente bella. Eppure, vuoi mettere il gusto impagabile di raggiungerla a piedi?!
Capirete quindi la “fretta” iniziale. Quanto tempo ci vorrà prima che la voce si diffonda e il popolo dei camminatori scopra la bellezza di questo percorso?
Ma tranquilli, i ragazzi di In Itinere sono già al lavoro sul secondo dei cammini materani, da Brindisi a Matera: appuntamento a Fa’ la cosa giusta! 2020 per farci raccontare di questo nuovo percorso e per ritrovarsi tra compagni di viaggio.