È importante far esperire alle ragazze e ai ragazzi contesti di alta qualità da vivere anche attraverso gli schermi. L’educazione ai media è una opportunità per scoprire potenzialità e complessità che ogni strumento può avere. “Esperienze in Rete” nasce da progetti realizzati da associazione Liquidambar nelle Scuole Primarie e Scuole Secondarie del Comune di Venezia e di Padova tra gennaio 2022 e novembre 2023.
Progetto #POST
Cos’è un ID? E una bio? Se dovessimo postare qualcosa in questo preciso momento, da
quale immagine si potrebbe cominciare?
A partire da queste domande, ragazze e ragazzi creano individualmente un contenuto
analogico usando strutture e linguaggi propri del digitale per poi ritrovarsi nella community
della classe a decidere se e cosa condividere.
Si aprono diverse riflessioni: è un contenuto che renderei pubblico? Che differenza c’è tra
competenza e maturità? Quali ambienti virtuali sono quelli in cui ci troviamo di più a nostro
agio? Che cosa cambia se ne parliamo in chat o a voce?
Le immagini sono state ideate da un team di psicologi, grafici e artisti: ‘CARTAE’.
L’obiettivo è semplicemente «potersi osservare e poter essere guardati, fare amicizia con
gli occhi». (cit. Alessandra Falconi, da ‘Atelier Inclusivi con l’Art Brut’)
«Se qualcuno ti pensa, quella è casa tua» (J. 12 anni)

MOSAICO DI SCHERMI
In piccoli gruppi, ragazze e ragazzi inquadrano gli occhi, il naso, la bocca, ma anche
l’orecchino e tutti i dettagli del viso dei compagni. Guardare e lasciarsi guardare, giocare
con la distanza e la vicinanza necessaria per cercare il particolare porta ad invadere la
comfort zone: l’iniziale imbarazzo viene superato nel tempo disteso del gioco.
Nella seconda fase, man mano che gli smartphone vengono posizionati sul banco,
accostati l’uno all’altro, inizia a prendere forma il primo ritratto collettivo.
Lavorare sulla scomposizione e composizione del viso giocando con gli schermi per
creare visi nuovi permette di superare la paura di essere, o non essere, abbastanza belli o
belle: in questo gioco, la propria identità individuale si fonde in quella collettiva.
“In questo atelier l’originalità non si trova nella tecnologia utilizzata, ma nell’uso che ne
viene fatto, che permette di sviluppare un’attitudine creativa, divergente e collaborativa”.
(Da Silence Hate. Un manuale pratico per educare a contrastare il discorso d’odio Centro Zaffiria)
BIBLIOGRAFIA
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