Fino al 2007, Fabrizio Paoletti era un normale elettricista, con un hobby curioso: costruire chitarre. Quando la crisi ha fatto crollare le commesse, ha deciso di trasformare la sua passione in un lavoro. Dopo un periodo di stenti, l’illuminazione: fare chitarre riciclando il legno delle bottid’invecchiamento del Chianti. Nasce la “Wine guitar”.
Il primo a provarla è Maurizio Solieri, storico chitarrista di Vasco Rossi e pratese come lui: ne vuole una su misura, ricavata da una botte in cui il vino ha riposato per 130 anni. Da allora, i suoi strumenti vengono imbracciati dai migliori chitarristi italiani e non solo: l’ultimo innamorato delle chitarre dal profumo di Chianti si chiama Bruce Springsteen.
Testo: Andrea Legni