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Il cous cous di Hafida

Hafida vive con suo marito Babzein e i due figli piccoli nell’ex residence Jolly Inn in via Cavezzali. Paga 900 euro al mese per 18 metri quadrati.

Inizio questo diario da via Padova raccontandovi di Hafida, 33 anni, immigrata dal Marocco. Con suo marito Babzein e i due figli piccoli abita nell’ex residence Jolly Inn di via Cavezzali 11. Il loro appartamento è di 18 metri quadrati, pagano ogni mese 550 euro di affitto, altri 100 euro di spese condominiali e, dato che nel palazzo alto 9 piani non c’è riscaldamento, circa 300 euro di corrente elettrica che serve per fare andare la stufetta e per cucinare. La somma è consistente: almeno 900 euro (per 18 metri quadrati!). 

Nell’unica stanza color rosa pastello, ci sono lavandino, cucina, frigorifero e il letto matrimoniale. Dietro la porta d’entrata un bugigattolo che serve da bagno. Vivono così. “Abbiamo dato 3.800 euro di caparra, nel 2008 -mi spiega sorridente-. Le sembra giusto che per un buco come questo dobbiamo pagare così tanto?”. La crisi economica ha colpito anche la famiglia di Hafida, in Italia dal 2006. Il marito riesce a lavorare solo saltuariamente: “Trova solo lavoro in nero -sottolinea Hafida-. Io faccio le pulizie negli uffici. Abbiamo il permesso di soggiorno, altrimenti mi avrebbero già buttato fuori. I poliziotti sono venuti in casa due o tre volte per chiedermi i documenti. Tutto in regola”. Lunedì ha aspettato con ansia che arrivasse, per la settima volta in poco più di un anno, l’ufficiale giudiziario. È sotto sfratto. “Come facciamo a pagare l’affitto? Non ci riusciamo, quel poco che guadagniamo ci serve per pagare la bolletta della luce”. 

L’ex albergo di via Cavezzali (fuori c’è ancora l’insegna) è purtroppo famoso. Nel 2006 un ragazzo marocchino di 27 anni è stato ucciso dalla guardia giurata che controllava lo stabile. La situazione è ancora difficile: l’ascensore non funziona, ai piani si arriva salendo scale strette: le donne con la spesa si fermano ai pianerottoli per prendere fiato. Le controsoffittature sono malridotte. Ci vivono soprattutto stranieri (ma anche qualche italiano e qualche studente) che accettano condizioni di questo genere non per i prezzi modici, visto che tali non sono, ma perché per un immigrato è molto più difficile trovare casa, la gente non si fida. In tutto nel palazzo ci sono 194 minuscoli appartamenti: non c’è un unico proprietario, ma più immobiliari o anche singoli che hanno fatto un investimento acquistando qualche monolocale. Un guazzabuglio di proprietà che contribuisce a mantenere nel degrado l’intero stabile. Proprio vicino all’appartamento di Haida c’è un monolocale disabitato con la porta sfondata. Nel palazzo dicono che il proprietario sia una persona anziana: chiunque può entrarci e sistemarsi. Nella zona di via Padova ci sono altre situazioni del genere: palazzi fatiscenti in mano a proprietari che con l’affitto agli immigrati stanno facendo fortuna.

Con Hafida lunedì sul pianerottolo c’erano altri inquilini e un gruppo di militanti del Comitato antirazzista. Tutti insieme per cercare di fermare lo sfratto. Ci sono riusciti, l’ufficiale giudiziario non si è fatto vedere. Hafida, vestita con un grande accappatoio rosa a fiori gialli, si muoveva sorridente e contenta di tanta solidarietà. Quando si è capito che lo sfratto sarebbe stato rinviato ha detto: “Mi avete aiutato e voglio ricambiare. Vi invito tutti: domenica mettiamo i tavoli qui fuori e mangiamo insieme il cous cous“. Le vicine si sono offerte di aiutarla. C’è chi farà i dolci, chi porterà da bere. 

Di me tempo fa ho scritto: "Cammino molto e sono un giornalista. Le due cose si sposano bene, perché mi piace l'idea che un giornalista debba consumare le suole delle scarpe". Ora giro per Milano anche in bici e quindi consumo pure i copertoni. Scrivo su Redattore Sociale e mi trovate su Facebook.

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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