A causa della pandemia di COVID 19 che ha travolto il mondo, moltissimi lavoratori sono diventati dei “remotati”, sono improvvisamente rimasti orfani del luogo di lavoro, dove si era costruita e agiva la personalità professionale di ognuno.
La sensazione è di mancanza. L’adattamento è stato repentino e forzato. Qualcuno in casa non aveva nemmeno una scrivania, sono scomparsi tutti quei simboli che attribuiscono un ruolo nei meccanismi aziendali e che creano uno spazio dove esprimersi.
I “remotati” adesso lavorano per lo più da casa, difficilmente in co-working oppure come ospiti in altri uffici. Spesso la loro unica scrivania è diventata il computer: tutto è lì dentro.
Se tutto ciò che ti basta è un computer, e magari portatile, significa che puoi lavorare seduto sulla poltrona oppure su una sdraio in giardino o in balcone, ma significa anche che lo spazio di manovra si è ridotto.
Chiusi in questa nuova cella monacale (dalla quale ci colleghiamo però con tutto il mondo) non ci rendiamo conto quanto la mancanza di uno spazio fisico e organizzato per il lavoro influisca sulla nostra mente e sui processi che dobbiamo affrontare quotidianamente.
Sviluppare idee, ricordare concetti importanti, pensare e ripensare le attività è diventata un’operazione tutta mentale che dobbiamo riversare dentro al computer, che è un altro spazio chiuso, piccolo come un comodino con i suoi cassettini scomodi.
Dobbiamo continuamente organizzarci per tirar fuori informazioni dai microchip.
Insomma,
la nostra testa non si ferma mai e il lavoro raddoppia.
Questo piccolo libro nasce proprio per aiutare chi è stanco di dover chiudere tutto dentro un computer (o trasferire tutto su una nuvola, ovvero il cloud, che non cambia molto), perché
quando tutto è chiuso dentro, anche le idee non fanno più scintille.
La creatività sembra addomesticarsi con le mille riunioni (in videocall) e le accresciute adempienze informatiche, sembra evaporare nelle tante email da scrivere.
Inoltre, la realtà è che quando lavoriamo in smartworking siamo soli.
E per quanto ci siano aziende bravissime a sostenere i propri dipendenti remoti, dobbiamo sbrigare un sacco di faccende in più, senza interagire con nessuno.
Nello smart working noi siamo il nostro ambiente di lavoro e il computer, soprattutto se portatile, diventa una nostra appendice.
Perciò ho pensato che un foglio bianco e un pennarello potrebbero bastare per creare uno spazio nuovo, ulteriore, dove la mente possa espandersi, le idee rigenerarsi e le visioni tornare potenti.
Ho pensato che il disegno, con la sua capacità di trasformare l’immaginazione, potesse essere il compagno giusto di ogni smart worker che si rispetti. Così,
ho raccolto 15 idee di disegno che puoi usare per rendere il tuo smart working più efficace e stimolante. E fare quello che in ufficio ti saresti vergognato a fare: sporcarti le dita di colore!
Per poter affrontare questo libretto, devi guadagnarti un ritaglio di tempo e uno spicchio di spazio. Per il tempo bastano a volte pochi secondi (la gratificazione del disegnare troverà il modo di espandersi e conquistare altri minuti). Per lo spazio basta un angolo di tavolo, oppure un taccuino appoggiato sulla coscia, basta lo spazio per sedersi e per poter muovere il gomito.
Come strumento, basterà impugnare una delle tante penne che non usi.
Il disegno è economico e di poche pretese! Scoprilo e inizia, ora.