Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità l’adesione alla campagna Sulla fame non si specula, promossa da Action Aid, Coopi, Intervita, Link 2007, Pime, Unimondo e VITA, e alla quale hanno aderito numerose altre sigle del non profit quali Coldiretti, Slow Food, Altromercato, Acra, Banca Etica, Cesvi, CoLomba, Ipsia, Legambiente, Mani Tese, Slow Food, Terre di Mezzo, Volontari per lo sviluppo, WWF.
Dopo il Comune di Milano, che ha già aderito e dato il patrocinio a questa iniziativa popolare che durerà fino al 2015, ora anche Regione Lombardia sposa la richiesta di migliaia di cittadini e numerose associazioni: quella di creare nuove regole che evitino la speculazione finanziaria in corso attraverso i titoli derivati e futures sui beni alimentari.
Proprio in questi giorni è in atto un nuovo “raid” degli speculatori sul mais, come l’ha definito la testata del Pime Missionline.org L’annuncio di una possibile siccità nel MidWest, la regione degli Stati Uniti dove si concentra la produzione di grano, ha scatenato gli speculatori e in una manciata di giorni le quotazioni dei contratti futures sul mais sono improvvisamente schizzate a un +36%.
La campagna “Sulla fame non si specula”, in sinergia con altre iniziative simili in corso in Europa e negli Stati Uniti, ha chiesto a Milano, che ospiterà l’Expo 2015, di dare un segnale forte chiedendo nuove regole, anche in sede di Unione europea, perché queste speculazioni che rendono incerti i prezzi di beni alimentari come il grano, il riso e il mais, che costituiscono la dieta di base soprattutto nei Paesi più poveri, non siano più possibili. In aggiunta la campagna italiana ha scelto di interpellare gli enti locali, chiedendo a comuni, province e regioni di adottare un codice etico che impegna le amministrazioni pubbliche a non detenere titoli derivati legati a beni alimentari.
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