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Claudio Abbado 1933-2014


Il concerto è finito. Claudio Abbado solleva la mano sinistra, la musica ritorna nel gesto da cui era cominciata. Ma l’applauso non parte: il silenzio si dilata, accompagna la mano che rimane sospesa nell’aria e poi viene portata al petto con un gesto quasi doloroso.


Abbado abbassa gli occhi, come se parlasse a se stesso, poi li alza al cielo. Se vi siete mai chiesti che forma abbia l’assoluto, lo potete vedere in quell’istante attraverso i suoi occhi.

Lo stupore nel suo sguardo racconta che all’uomo è data la possibilità di volare molto in alto, per poi tornare a terra e meravigliarsi del proprio volo.

L’applauso arriva dopo quaranta secondi di silenzio, l’onoreficenza più grande che si possa conferire a un musicista.

Il concerto è il Requiem di Mozart, diretto a Lucerna nel 2012. Reduce dalla malattia con cui ha lottato dal 2000, Abbado sembra appeso alla bacchetta da direttore d’orchestra, come se fosse lei a sostenerlo, a tirarlo. A volte alza lo sguardo al cielo e si concede un sorriso beffardo. Scherza con l’infinito.

La vita di Abbado si è spesa tra queste altezze e l’impegno costante affinché potessero essere raggiunte da tutti. Il Sistema Nacional de Orquestras Juveniles e Infantiles de Venezuela, a cui ha dedicato molta cura, ha tolto dalla strada quattrocentomila bambini e ragazzi.

Ha portato orchestre nelle carceri, nelle fabbriche, negli ospedali. “La musica è necessaria alla vita”, diceva, “Può cambiarla, migliorarla, in alcuni casi addirittura salvarla”.

Non siamo mere funzioni sociali o economiche, ma una catena di persone che si tirano reciprocamente verso l’alto. Questa è l’umanità che ci insegna Claudio Abbado.

Testo: Francesca Frediani, 23.01.014

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    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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